lunedì 30 aprile 2007

Il ricevimento del 東間部犀(Azumazeki-Beya Koenkai) al 第一ホテル両国(Dai-Ichi Hotel Ryogoku), seconda parte

Ecco l'altra parte di foto del ricevimento!

La foto ufficiale col gigantesco 高見山さん(Takamiyama-san), il maestro della scuola, una persona molto importante e famosa a Tokyo, era un grande onore poter fare una foto con lui, infatti non mi hanno concesso di farla anche con la mia macchina.

Ecco gli schiavetti della scuola di sumo che cucinano il ちゃんこ鍋(Chanko-nabe), gettando tonnellate di verdura nella pentola. Farò presto un post "piatto del giorno" col Chan-ko-Nabe!

Un'altra foto degli schiavetti nella bancarella griffata dall'Hotel che ospitava l'evento, il 第一ホテル両国(Dai-Ichi Hotel Ryogoku).

La piramide del Sakè, con i bicchieri strani da sakè (quadrati e in legno), la signora moglie del presidente del fan club me ne ha regalato due!

Takamiyama si schiera sul palco per un rito particolare....

Arrivano anche gli altri giganti, che sono campioni...

Poi altre personalità. I bambini che vedete nell'angolo in basso a destra non hanno smesso un attimo di giocare al Nintendo DS, e forse solo adesso non dedicavano il loro tempo ai videogiochi: l'occasione era importante....

Arriva un servilissimo cameriere con un vassoio con tanti martelli, ma che succede?

Ah, colpiscono la botte di sakè come rito propiziatorio della festa (è tutto filmato, attendete gente!)

Tutti contenti lasciano la scena per cominciare i festeggiamenti...

Io intanto mi godo i chili di Soba che mi sono procurato! Dopo che la mia amica si è allontanata e si è seduto vicino a me un tipo super-ubriaco che mi chamava "Narita-san" pensando fossi Giapponese, e mi parlava a mitraglia con quest'alito di alcool incredibile, si poggiava, mi toccava...per fortuna è arrivata di nuovo la mia amica che mi ha salvato, avrei dovuto fotografarlo ma ero intimorito dalla situazione, sapete, unico occidentale etc..

Gli invitati si fiondano ai tavoli perdendo un pò della loro educazione giapponese, ma si sa le cene in piedi sono così, un pò una guerra, anche in Giappone! L'importante era prendere un tavolo all'inizio, poi veniva tutto in discesa.

二つ下さい(Futatsu kudasai dice il signore, e vuol dire "ne vorrei due per favore". Appena il Nabe era pronto, tutti a mangiare il nabe! Gli schiavetti offrivano e i convitati pappavano! Io ho imparato questo termine perchè la mia amica voleva il nabe, ma non me l'aveva detto e mi aveva detto di andare lì e dire futatsu kudasai, così io pensavo che volesse dire "per favore mi dia il futatsu", pensando tra me e me che futatsu fosse il nome della pietanza: lo schiavetto che avrebbe dovuto darmene due me ne ha dato solo uno non avendo sentito la mia ottima pronuncia...

L'amabile signora si lancia col sakè!

Intanto un gruppo hawaiiano suona, in onore delle origini di Takayama. i Giapponesi sono malati di Hawaii, si vede Hawaii dappertutto, veramente c'è una isteria generale per le Hawaii.

Arriva il momento della lotteria...

Yattà!

Io faccio foto a tutto spiano con la mia fedele Panasonic...

E anche io ho vinto!

Quel lottatore mi guarda, speriamo che non mi ammazzi di botte!

Ecco svelato il mio premio, una radio a forma di Takamisakari!

venerdì 27 aprile 2007

Il ricevimento del 東間部犀(Azumazeki-Beya Koenkai) al 第一ホテル両国(Dai-Ichi Hotel Ryogoku), prima parte

Eh si ho fatto anche questo, sono stato l'unico ospite straniero ad un ricevimento di una delle più importanti squadre di Sumo del Giappone per i festeggiamenti per la fine del campionato. L'evento si teneva al 第一ホテル両国(Dai-Ichi Hotel Ryogoku), una torre rettangolare alta 100 metri al 1-6-1 Yokoami, Sumida-ku, Tokyo, ad un tiro di schioppo dal tempio del sumo. Trovate l'hotel alle coordinate GoogleEarth 35°41'54.14"N 139°47'48.80"E. In riva al 隅田川(Fiume Sumida) che costeggia anche Asakusa che sta più a nord sull'altra sponda. Ci si arriva con la JR Chuo-Sobu line, non la linea rapida arancione, ma quella locale gialla che taglia diametralmente il cerchio della Yamanote line passando da una parte per Shinjuku e dall'altra per Akihabara. Dopo Akihabara superate Asakusabashi e scendete a Ryogoku. Per vedere la mappa cliccate qui.

Qui una vista satellitare del complesso: il binario sotto è la Chuo-Sobu line, con la strazione di Ryogoku. Noi provenivamo da Shibuya, abbiamo preso la Yamanote fino a Shinjuku, poi la Chuo fino a Ryogoku. Dalla stazione abbiamo preso un taxi ma era tutto bloccato perchè proprio in quel momento la folla defluiva dal tempio del sumo in occasione della conclusione dei combattimenti.

Questa mappina proviene dal sito dell'albergo.
Il padre di un amico che mi accompagnava è a capo di un fan club dell'東間部犀(Azumazeki-Beya Koenkai), e ci ha fatto la grande gentilezza di invitarci, a quanto mi hanno detto era un grande onore presenziare ad una cosa così tanto privatamente Giapponese, e poi c'era l'alta società, insomma era incredibilmente strano e a tratti imbarazzante per l'etichetta da rispettare in occasioni del genere.

L'entrata dell'albergo (foto dal sito dell'albergo)

L'albergo con alle spalle il giganteso museo di Tokyo Edo e il tempio del sumo...(foto dal sito dell'albergo)

Una foto notturna che mette in mostra la maestosità della costruzione (foto dal sito dell'albergo)

La scannerizzazione del giornale della scuola di sumo, gestita dal signore dell'ovale, un hawaiano immigrato in Giappone che si chiama 高見山(Takamiyama)

Alcuni purosangue della scuola schierati in "pose plastiche"...

E le schede degli allievi: il più grande è del 1976. Sono giovanissimi ma comunque giganteschi come si vedrà nelle foto successive: le loro famiglie hanno fatto grossi sacrifici per poterli iscrivere e pagare le onerosissime rette di frequenza. Il lottatore di sumo porta avanti una vita di sacrifici, soprattutto alimentari (chiaramente all'ingrasso).

Fare il lottatore di Sumo e avere successo significa avere tantissimi soldi, fama e moltissime donne (immaginerete perchè...)

Al nostro arrivo ci hanno fatto mettere questo adesivo sui vestiti, è la caricatura del maestro 高見山(Takamiyama).

Siamo arrivati al quinto piano, alla sala 大宴会場(kyosumi). Dopo qualche tempo di attesa siamo entrati e la visione era paradisiaca, cibo ovunque, un'atmosfera rilassata e sofisticata, e alcune cose particolari come questo chioschetto dove gli allievi più giovani della scuola venivano schiavizzati a cucinare il nabe (il cibo che mangiano per ingrassare).

Questa era la moglie dell'amico del padre del mio amico, che è stata gentilissima e mi ha riempito di regali...

Questo bestione si chiama Takamisakari...

Questo era veramente enorme, si chiama Ushiomaru!

Poi una ragazza in kimono è salita sul palco, era la stessa con la quale volevano farmi fare una foto ma lei si è vergognata..., insomma è salita sul palco e ha cominciato a dire cose incredibili, chiaramente in giapponese, e poi ha intonato una melodia con un flauto: dietro aveva due tipi che facevano una specie di balletto seguendo la musica, e hanno tutti iniziato a cantare una canzone, e qui sopra c'è il testo: è una canzone del 1941, si intitola 一月一日(primo gennaio), è stata composta da Ue Sanemichi con le parole di Senge Takatomi: la traduzione del testo:

Uno: Inizia l'anno nuovo, l'avvenimento infinitamente felice di questo mondo, in ogni angolo si mettono in ornamento il pino e il bambu. Festeggiamo oggi questo giorno piacevole. Due: il fulgore del primo giorno brilla da ogni parte,volgi il tuo viso al cielo stamattina in preghiera.

Ho ripreso tutto con la videocamera, appena ci riesco posto tutti i video!

Dopo la canzone abbiamo tutti partecipato ad una lotteria, ed abbiamo anche vinto dei premi...

L'immancabile sake...

L'adesivo del club

Io avevo intenzioni bellicose...questa è una botte piena di 日本酒(sake), dietro ce n'erano altre chiuse e formavano una piramide...

Arriva il mio turno...

Ho vinto anche io! (nei prossimi post capirete cosa ho vinto...)

Alla fine della serata si sono schierati per salutarci, mentre tutti facevano la fila per prendere le giacche dal guardaroba, io distrattamente stavo passando avanti e mi hanno strattonato, cavoli sono pur sempre Italiano, un pò di comprensione...

giovedì 26 aprile 2007

ホテルアーバイン蒲田, 蒲田地区, 大田区, 東京 (Hotel Urbain Kamata, Kamata-chiku, Ōta-ku, Tōkyō)

Quando stavo a Tokyo alloggiavo qui, presso l'hotel Urbain Kamata, nel quartiere di Kamata, circoscrizione di Ōta. L'Urbain è quello che si può definire un "business hotel", cioè un hotel di bassa categoria dove non si alloggia mai per più di un giorno o due. In Giappone non ho mai visto riferimenti di categoria alberghiera espressi in stelle come in Italia, penso che questo albergo si possa paragonare ad un nostro tre stelle, con il personale da cinque stelle (i giapponesi sono molto cortesi e disponibili nei confronti del cliente). Se volete visitare il sito della catena Urbain, lo trovate qui. Per arrivarci seguite la mappina qui sotto: prendete l'uscita ovest della stazione JR di Kamata, e seguite i trattini fino all'albergo: la mappa qui sotto è elaborata in questo modo per evitare il Pachinko e altri locali a luci rosse del quartiere.


Se invece volete vedere dei tipi loschi con auricolare che vi chiamano per farvi entrare e delle signorine allegre che vi si offrono molto discretamente, allora seguite la mappa del percorso che facevo io. Un business Hotel è frequentato da abbienti サラリーマン(impiegati di basso e medio livello) quando magari vanno a bere fuori coi colleghi e perdono l'ultimo treno (i meno abbienti o quelli che hanno speso tutto in alcoolici pernottano ai capsule hotel, o dormono anche per strada. Vista la presenza di locali erotici, bordelli e un pò di malavita Giapponese (niente a che fare con la nostra), all'interno dell'Hotel è proibito portare amici o altre persone che non siano paganti e registrate in camera. Vai a dirgli che non sai accendere l'aria condizionata e vorresti che il tuo amico salisse per spiegartelo...

Questa è la vista da camera mia il 20 gennaio 2007: tempo incerto, temperature basse ma non troppo, e una bella rete a coprirmi la visuale.

La finestra si poteva aprire di pochi centimetri, forse per evitare i suicidi, e penso che la rete avesse lo stesso scopo.

Appena entrato in camera ero talmente stanco dal viaggio che non capivo più niente, ma lo shock di una camera così piccola è stato devastante, ai limiti della claustrofobia. I vetri sono opachi e armati da una reticella annegata all'interno (precauzioni antisismiche penso). Il letto era da una piazza e mezzo, con doghe larghe sotto il materasso, e la coperta era come quelle dei futon, rivestita in nylon e non traspirante.

Nonostante la camera fosse angusta era molto ergonomica e organizzata alla perfezione con ogni comfort: televisore, frigorifero, umidificatore (importantissimo), linea ADSL gratuita, aria condizionata, scalda-acqua per il the (ovunque).

Purtroppo lo spazio non consentiva di aprire la valigia completamente. Il bagno era una cabina di plastica inserita dentro il muro, il gradino per entrare era abbastanza alto come si vede dalla foto. Non mancavano calzascarpe e phon (che a me non serve...)

Aperta la porta ecco il bagnetto minuscolo, ma estremamente funzionale. Notare la carta igienica: in Giappone la carta igienica NON ha gli strappi, quindi vi ci vorrà un pò per abituarvi a tagliarla con il coperchetto del porta carta che è fatto apposta; le donne delle pulizie fanno un piccolo origami per l'inizio del rotolo, in modo che si presenti in questo modo. Il fatto che fosse tutto di plastica non rendeva atroce il contatto della pelle coi sanitari freddi, e la tavoletta del water era riscaldata...

Il rubinetto del water serviva anche la vasca e vi era collegata la doccia. Miscelare l'acqua non era un problema enche se c'erano due rubinetti al posto del canonico miscelatore. La vasca fungeva anche da piatto doccia. Sulla mensola c'era il classico bundle ボディソープ, シャンプー, ヘアーリンス(Bodisoopu, che vorrebbe dire bagno schiuma dall'inglese body soap; shanpuu, che vuol dire shampoo; e heaarinsu, che vuol dire balsamo, da hair rinse), contenuti in tre contenitori uguali: troverete la stessa cosa OVUNQUE in giappone.

L'intero bagno era un'installazione della Inax, e il water era tecnologico come tutti i water Giapponesi: farò un post specifico più avanti su questo argomento!


Poi ho scoperto che nel corridoio della mia stanza c'era una porta finestra che dava ad un balcone: ed eccomi all'undicesimo piano mentre guardo verso Kawasaki.

Un'altra immagine simile.

Il palazzo di fronte aveva il terrazzo ingabbiato in questo modo, forse per i corvi giganti di Tokyo che sono ovunque...

Strapiombo. In Giappone i palazzi non sono MAI collegati tra loro, c'è sempre un piccolo spazio, sia esso di qualche metro o di poche decine di centimetri.

Sopra il letto c'è il pigiama che offriva l'albergo, ogni giorno uno pulito, cosiccome le lenzuola e gli asciugamani: la pulizia della stanza era maniacale.

La porta si chiudeva automaticamente, e si apriva con una tessera magnetica.

Sul televisore c'era la guida dei canali, e una brochure informativa sui programmi pornografici disponibili nella TV a pagamento, della quale si potevano acquistare le tessere nella hall da un distributore automatico...

Ecco l'interno della brochure...

Sfido chiunque a regolare con successo la velocità della ventola del condizionatore...