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martedì 25 settembre 2007

原宿のスタイル(Gli stili di Harajuku): ロリータ(Lolita)

Picture by Zapeipaa, all rights reserved
Se avete visto 下妻物語(Shimotsuma Monogatari - titolo inglese Kamikaze Girls), bellissimo film di Tetsuya Nakashima, avete sicuramente avuto un assaggio di cosa vuol dire Lolita in Giappone. Scordatevi Kubrik e compagnia varia, Lolita è uno stile pomposo, vaporoso e scenografico, e al contrario di tutti gli stili citati in precedenza, è l'unico ad essere (quasi) esclusivamente femminile. Se volessimo associarlo ad uno stile del passato, non possiamo che pensare al settecentesco Rococo. In Giappone ci sono tante ragazze talmente appassionate di questo stile che ne hanno fatto quasi uno stile di vita, vestendosi in questo modo quando escono, per quanto possibile, e adeguando comportamenti, movenze e modo di parlare a degli standard propri. Assolutamente da non confondersi con la Maiden, che si trova principalmente ad Akihabara, la Lolita giapponese è innocente, delicata, inconsapevole, magari un pò con la testa tra le nuvole. Icona del movimento Lolita è la catena di negozi 株式会社ベイビー、ザスターズシャインブライト(Kabushiki Kaisha Beibī, Za Sutāzu Shain Buraito - Baby The Stars Shine Bright Corporation), usulamente abbreviata come Baby o BTSSB: fondata da Isobe Akinori e sua moglie Fumiyo, ha un successo incredibile e ormai molti quartieri di Tokyo come Ebisu, Daikanyama etc. Anche grazie a negozi come questi, vestirsi da Lolita e pure di marca è diventato assai costoso, ci sono ragazze che spendono centinaia di migliaia di Yen per comprare gli abiti più alla moda, magari fatti e ricamati a mano in molte ore di lavoro. Molte ragazze occidentali amano questo stile e si ritrovano ad Harajuku per sentirsi libere di sfoggiarlo liberamente: gira voce di un'imminente apertura di una filiale di BTSSB a San Francisco. Esistono molti tipi di Lolita e vi cito i principali:
Stile Goth o Gothic Lolita: si divide in tre sottocategorie: Gothic, una lolita normale che utilizza colori scuri come il blu o il nero, a volte anche il verde scuro, abbinati ad elementi gotici come croci e via dicendo; Kuro Lolita o Kuroli, una lolita completamente nera, e Guro Lolita o Guroli, una lolita con finte ferite, bendaggi e abiti rovinati.
Stile あまロリ(Amarori) o Sweet Lolita: Si compone di tre sottocategorie: 白リ(Shirori) o White Lolita: la classica lolita, però vestita completamente di bianco, alcune volte anche crema o avorio; 姫ロリ(Himerori) o Princess Lolita, con gonne molto lunghe o corona; Country Lolita, con elementi country come stoffe a quadri e colori caldi. Sweet Lolita è lo stile di Momoko, la protagonista di Kamikaze Girls.
Classical Lolita, utilizza quasi gli stessi canoni della sweet lolita, ma colori più scuri e meno delicati.
Punk Lolita, utilizza elementi tipici della sottocultura giapponese Punk (della quale parlerò in seguito). Una Sweet Lolita che porta un bracciale con le borchie appuntite, per esempio, diventa una Punk Lolita, questione di dettagli.
和ロリ(Warori) o Wa Lolita è una lolita che integra elementi dello stile Giapponese allo stile Lolita, ad esempio Yukata accorciati, e accessori come ad esempio fiori Kanzashi; calzature tradizionali e così via.
Qi Lolita associa invece elementi dell'abbigliamento cinese. Qi si pronuncia chee.
Pirate Lolita utilizza abbigliamento piratesco (guarda questo esempio).

mercoledì 5 settembre 2007

原宿橋ビデオクリップ(Il ponte di Harajuku, il video)



Se non riuscite a vedere il video su questo blog, cliccate qui!
Piccolissimo video girato al
ponte di Harajuku, piccolissimo a causa della mancanza di vere e proprie attrazioni in quel momento. Interessante l'assembramento di turisti attrezzati di attrezzature di videoripresa fantascientifiche! Ho scoperto la canzone che ho inserito nel video giocando fino alle convulsioni a 太鼓の達人ぽ~たぶる2(Taiko No Tatsujin Pootaburu 2 - Il Maestro di Tamburi tradizionali Giapponesi portatile 2), la versione del gioco dei tamburi tradizionali giapponesi (Taiko) per PSP. La canzone si intitola にんげんっていいな(Ningen-tte-iina), ed è cantata in questo caso dalla cantante Campanella, l'album da cui è tratta, ぼくらのうた(Bokura No Uta) risale all'agosto 2002. E' anche una delle più famose sigle di chiusura di 漫画日本昔話(Manga Nippon Mukashibanashi - Le favole a cartoni animati Giapponesi), una famosa serie di cartoni animati.

giovedì 30 agosto 2007

原宿のスタイル(Gli stili di Harajuku), intro

Photo by AnthonyGrimley, all rights reserved
Cominciamo con questo una miniserie di post dedicati alle sottoculture di Tokyo, principalmente femminili, che trovano sfogo e visibilità nel grande baraccone di Harajuku. Una delle mie guide turistiche su Tokyo, la Lonely Planet italiana edizione 2002 afferma che la maggior parte delle ragazze figuranti ad Harajuku sono delle いじめっ子(Ijimekko). So con certezza che qualsiasi Giapponese, almeno dai 30 anni in giù rabbrividisce di fronte a questo termine, e per me è assai difficile parlarne con disinvoltura soprattutto dopo aver parlato di questo coi miei amici giapponesi. Il termine deriva dal verbo いじめる(ijimeru), ed è composto con il kanji raddoppiato 子(ko), che è (anche) un composto di 子供(kodomo), che vuol dire figlio o bambino. Il significato di Ijimekko è "giovane che perseguita". L'ijime è forse la piaga giovanile più devastante in Giappone, la maggiore causa di suicidio dai 12 anni in su: (da wikipedia>>) Si tratta di ijime quando un gruppo più o meno ampio di studenti identifica tra i compagni di classe un individuo solitamente incapace di reagire, e quindi lo sottopone sistematicamente a pratiche vessatorie e disumanizzanti per periodi prolungati di mesi, o anche anni, con il silenzio complice dell'intera classe, quando non degli insegnanti. Diversi casi hanno visto gli insegnanti stessi incoraggiare o partecipare all'ijime. Quelli perseguitati invece sono gli いじめられっ子(Ijimerarekko). Non so perchè l'autore della guida turistica identifichi le ragazze di Harajuku proprio come Ijimekko, non so se sia comunque attinente, ma è opinione comune in Giappone tra i Giapponesi che siano comunque persone emarginate, "poco di buono", che emergono per un giorno da una vita monotona per assumere un'identità stravagante trovando una momentanea emancipazione nella loro fuga dalla realtà. I travestimenti, le stravaganze, fino ad arrivare all'esibizionismo delle centinaia di street performers, e ancora di più ai culti come il Kawaii o le tanto pittoresche pratiche erotiche nipponiche, sono tutti fenomeni anche derivanti dagli enormi problemi sociali della società giapponese, sono materia di studi sociologici decennali i quali risultati non ancora peraltro definitivi sono assolutamente non analizzabili in poche righe. Sono conscio degli enormi problemi sociali che interessano gli adolescenti Giapponesi, ancora più grandi di quanto chiunque possa solamente immaginare, con estremo rispetto di tutte le persone che esprimono anche per un giorno il loro modo di essere mi accingo a trattare gli stili più importanti di Harajuku che sono: デコラ(Decora), Fruits, ロリータ(Lolita), コスプレ(Cosplay), 着ぐるみ(Kigurumi), パンク(Punk) e Rockabilly. (Ringrazio sirdic e Nori-chan per la consulenza linguistica)