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domenica 7 ottobre 2007

原宿のスタイル(Gli stili di Harajuku): パンク(Punk)

Photo by j_photo, all rights reserved.
Di grande presenza nel ponte di Harajuku, i Punk e le Punk sono riconoscibilissimi dal loro colore predominante, il nero. Fare un elenco dei capi indossati o solo accennare un filone stilistico preciso come per le Lolita sarebbe un'impresa vana. Diventa Punk qualunque persona indossi un bracciale in pelle con le borchie appuntite, o comunque abbia del metallo infilato nella pelle, nei vestiti. Le ragazze Punk hanno un trucco pesantissimo con una palette di colori che punta al nero o al blu scuro. Il mio dilemma è se la sottocultura Punk Giapponese sia connessa a quella punk occidentale, oppure se sia un tetro richiamo ad una cultura o mentalità più tendente al gotico. Richiamando ciò che ho scritto nell'introduzione agli stili di Harajuku, ho avuto l'impressione che i Punk fossero i più tristi di tutti, come se volessero esternare la loro tristezza rovinandosi letteralmente con piercing improbabili, pettinature oscene e abbigliamento ancora peggiore: ho avuto l'impressione che volessero auto-punirsi o auto-rovinarsi più che cercare in un travestimento un senso di libertà o un moto di protesta. Trovo questo genere il meno originale, creativo e costruttivo tra tutti i precedenti.

lunedì 1 ottobre 2007

原宿のスタイル(Gli stili di Harajuku): Rockabilly

Photo by Danz In Tokyo, all rights reserved.
Se decidete di visitare Harajuku per il classico happening domenicale, non potete assolutamente perdervi questi signori che vi guardano dalla foto in alto con sguardo truce: A vederli così sembrerebbero dei tipi non proprio raccomandabili e in effetti a vedere i tatuaggi che hanno non sono proprio degli angioletti (In giappone chi ha un tatuaggio molto esteso, che copre tutta la schiena o le scapole, o anche la parte superiore delle braccia è quasi certamente uno Yakuza o un ex Yakuza. Avere dei tatuaggi di questi tipo preclude alcune attività sociali come ad esempio la frequentazione dei bagni pubblici chiamati anche Onsen. Chiunque porti un tatuaggio anche piccolo è preda di questo retaggio e considerato comunque un "poco di buono"). I Rockabilly sono delle persone che si vestono anni '50 mimando ad esempio Grease, con abiti in pelle, pantaloni in pelle e acconciature incredibili degne del miglior ingegnere strutturale!

Photo by Skootie, all rights reserved.
I Rockabilly vengono ad Harajuku anche con le loro ragazze, anch'esse vestite alla stessa maniera con gonne larghe che arrivano al ginocchoi o anche più lunghe, giubbotti in pelle, acconciature d'epoca e occhiali tipo mamma di Forrest Gump. Queste ragazze fanno parte di un gruppo di Rockabilly di Okinawa.

Photo by Lint, all rights reserved.
I Rockabilly arrivano nel luogo prescelto con delle casse acustiche abbastanza grandi, un gruppo elettrogeno abbastanza grande tipo venditore ambulante, poi attaccano il Rock'n Roll e fanno un casino ballando in maniera adorabilmente scoordinata e ridicola. Stazionano principalmente davanti all'entrata sud del parco di Yoyogi oppure dentro il parco, le loro esibizioni si svolgono principalmente di domenica pomeriggio e se riuscite a beccarli, vi cambieranno la giornata!

Video by Sanchome, all rights reserved.
Ecco uno dei milioni di video presenti in rete sui Rockabilly: Siamo davanti all'ingresso sud del parco di Yoyogi, guardando a destra rispetto al campo di rirpesa si può vedere il soprapassaggio che congiunge il ponte di Harajuku con la 413° strada.

martedì 25 settembre 2007

原宿のスタイル(Gli stili di Harajuku): ロリータ(Lolita)

Picture by Zapeipaa, all rights reserved
Se avete visto 下妻物語(Shimotsuma Monogatari - titolo inglese Kamikaze Girls), bellissimo film di Tetsuya Nakashima, avete sicuramente avuto un assaggio di cosa vuol dire Lolita in Giappone. Scordatevi Kubrik e compagnia varia, Lolita è uno stile pomposo, vaporoso e scenografico, e al contrario di tutti gli stili citati in precedenza, è l'unico ad essere (quasi) esclusivamente femminile. Se volessimo associarlo ad uno stile del passato, non possiamo che pensare al settecentesco Rococo. In Giappone ci sono tante ragazze talmente appassionate di questo stile che ne hanno fatto quasi uno stile di vita, vestendosi in questo modo quando escono, per quanto possibile, e adeguando comportamenti, movenze e modo di parlare a degli standard propri. Assolutamente da non confondersi con la Maiden, che si trova principalmente ad Akihabara, la Lolita giapponese è innocente, delicata, inconsapevole, magari un pò con la testa tra le nuvole. Icona del movimento Lolita è la catena di negozi 株式会社ベイビー、ザスターズシャインブライト(Kabushiki Kaisha Beibī, Za Sutāzu Shain Buraito - Baby The Stars Shine Bright Corporation), usulamente abbreviata come Baby o BTSSB: fondata da Isobe Akinori e sua moglie Fumiyo, ha un successo incredibile e ormai molti quartieri di Tokyo come Ebisu, Daikanyama etc. Anche grazie a negozi come questi, vestirsi da Lolita e pure di marca è diventato assai costoso, ci sono ragazze che spendono centinaia di migliaia di Yen per comprare gli abiti più alla moda, magari fatti e ricamati a mano in molte ore di lavoro. Molte ragazze occidentali amano questo stile e si ritrovano ad Harajuku per sentirsi libere di sfoggiarlo liberamente: gira voce di un'imminente apertura di una filiale di BTSSB a San Francisco. Esistono molti tipi di Lolita e vi cito i principali:
Stile Goth o Gothic Lolita: si divide in tre sottocategorie: Gothic, una lolita normale che utilizza colori scuri come il blu o il nero, a volte anche il verde scuro, abbinati ad elementi gotici come croci e via dicendo; Kuro Lolita o Kuroli, una lolita completamente nera, e Guro Lolita o Guroli, una lolita con finte ferite, bendaggi e abiti rovinati.
Stile あまロリ(Amarori) o Sweet Lolita: Si compone di tre sottocategorie: 白リ(Shirori) o White Lolita: la classica lolita, però vestita completamente di bianco, alcune volte anche crema o avorio; 姫ロリ(Himerori) o Princess Lolita, con gonne molto lunghe o corona; Country Lolita, con elementi country come stoffe a quadri e colori caldi. Sweet Lolita è lo stile di Momoko, la protagonista di Kamikaze Girls.
Classical Lolita, utilizza quasi gli stessi canoni della sweet lolita, ma colori più scuri e meno delicati.
Punk Lolita, utilizza elementi tipici della sottocultura giapponese Punk (della quale parlerò in seguito). Una Sweet Lolita che porta un bracciale con le borchie appuntite, per esempio, diventa una Punk Lolita, questione di dettagli.
和ロリ(Warori) o Wa Lolita è una lolita che integra elementi dello stile Giapponese allo stile Lolita, ad esempio Yukata accorciati, e accessori come ad esempio fiori Kanzashi; calzature tradizionali e così via.
Qi Lolita associa invece elementi dell'abbigliamento cinese. Qi si pronuncia chee.
Pirate Lolita utilizza abbigliamento piratesco (guarda questo esempio).

mercoledì 19 settembre 2007

原宿のスタイル(Gli stili di Harajuku): Fruits

FRUiTS, scritto tutto maiuscolo tranne la "i", inizialmente era solo una rivista, fondata dal fotografo Aoki Shoichi, che si occupava degli stili del quartiere di Harajuku, Tokyo. Il fotografo non faceva altro che documentare l'infinita varietà di variazioni stilistiche che si evolvevano continuamente in un flusso continuo di creatività.

Diciamo che FRUiTS è ancora una rivista, ma la sua originalità ha catalizzato l'attenzione dei giovani di Tokyo, soprattutto di Harajuku, fino al punto che dall'infinita varianza di particolari e di modi di interpretare lo stile "strano" di questo luogo è nato uno stile vero e proprio, chiamato per l'appunto "Fruits".

Potrei postare milioni di foto tutte diverse, questa qui sopra è un esempio per tutte: Fruits è uno stile dalle infinite variazioni ma dai canoni comunque ben precisi: le composizioni sono sempre originali e fatte in casa, cosiccome sono principalmente fatti in casa gli accessori che vengono indossati. Poi i costumi possono essere d'ispirazione manga o cartoon, militaresca, etnica, ma comunque mai la riproduzione di un personaggio come i Cosplay. Un errore comune è confondere le Fruits con le Decora: Le decora utilizzano accessori originali e di marca conosciuta, oltre ad indossare conunque un abbigliamento poco curato oltre agli stessi accessori: abbigliamento che invece è importantissimo nelle Fruits. La foto sopra è di 夏の午後, se date un'occhiata al suo photostream su Flickr cliccando proprio qui, potrete vedere 109 fotografie tutte dedicate a diverse variazioni, ed è solo la punta dell'iceberg!

giovedì 13 settembre 2007

原宿のスタイル(Gli stili di Harajuku): 着ぐるみ(Kigurumi)

Photos by KevinStandlee and melycra2you, all right reserved.

Una piccola nicchia di figuranti, frequentemente ma erroneramente inclusa nel fenomeno dei cosplayers, e quella dei 着ぐるみ(Kigurumi), chiamati dollers in occidente. Avete presente i pupazzoni di Topolino e Minnie che traumatizzano i bambini a Disneyland? Beh, la stessa cosa, ma i giapponesi si vestono da personaggi di anime e manga. Il costume è completo e non lascia quasi mai esposta alcuna parte del corpo del figurante che risulta alquanto impressionante vista l'usuale accuratezza Giapponese nei dettagli. I Kigurumi indossano maschere costruite appositamente che arrivano a costare anche migliaia di euro. Ricordate la ragazza vestita da Pikachu dei Pokemon? Lei è una kigurumi. I travestinenti si spingono anche oltre, come potete vedere nell'impressionante coppia della foto a destra.

venerdì 7 settembre 2007

原宿のスタイル(Gli stili di Harajuku): コスプレ(Cosplay)

Photo by rorechan, all rights reserved.
Stile non proprio Giapponese, ma tipico dei fan sfegatati di gruppi musicali, cartoni animati o anime, film, serie televisive, videogiochi etc. In America esistono associazioni di cosplay che riproducono dal vivo interi plotoni di squadroni d'assalto delle truppe imperiali di Star Wars, oppure i personaggi della serie infinita Star Trek. Attualissimi i cosplay della serie Harry-Potter, immancabili alle prime dell'ultimo film in uscita. In Giappone la コスプレ族(kosupure-zoku - la tribù dei Cosplay) è composta da fan di anime, manga, gruppi musicali gaipponesi e videogiochi. Nell'immagine sopra, la ragazza riproduce la figura del bassista (n.d.Vilandra) Reita, appartenente alla band Giapponese ガゼット(Gazette).

mercoledì 5 settembre 2007

原宿橋ビデオクリップ(Il ponte di Harajuku, il video)



Se non riuscite a vedere il video su questo blog, cliccate qui!
Piccolissimo video girato al
ponte di Harajuku, piccolissimo a causa della mancanza di vere e proprie attrazioni in quel momento. Interessante l'assembramento di turisti attrezzati di attrezzature di videoripresa fantascientifiche! Ho scoperto la canzone che ho inserito nel video giocando fino alle convulsioni a 太鼓の達人ぽ~たぶる2(Taiko No Tatsujin Pootaburu 2 - Il Maestro di Tamburi tradizionali Giapponesi portatile 2), la versione del gioco dei tamburi tradizionali giapponesi (Taiko) per PSP. La canzone si intitola にんげんっていいな(Ningen-tte-iina), ed è cantata in questo caso dalla cantante Campanella, l'album da cui è tratta, ぼくらのうた(Bokura No Uta) risale all'agosto 2002. E' anche una delle più famose sigle di chiusura di 漫画日本昔話(Manga Nippon Mukashibanashi - Le favole a cartoni animati Giapponesi), una famosa serie di cartoni animati.

venerdì 31 agosto 2007

原宿のスタイル(Gli stili di Harajuku): デコラ(Decora)

Foto di Glowingstar, all right reserved.
デコラ(Decora) è lo stile stravagante di coloro che si "addobbano" di milioni di accessori, e si colorano di variopinte tonalità fino a volte ad assomigliare a delle bambole. Uno stile proprio della città di Tokyo, usualmente confuso con lo stile "Fruits", è identificabile dall'uso di giocattoli come accessori per creare un'aura di giocosità e dolcezza. Di solito questi giocattoli sono molto colorati, rumorosi, e sono legati al mondo dei bambini più piccoli. Le ragazze decora indossano principalmente abiti semplici per apparire il più kawaii possibile decorando se stesse in maniera esagerata. Le scarpe sono spesso fuori misura e le magliette sempre attillatissime. Per quanto riguarda gli oggetti con i quali si decorano, spesso vengono utilizzati accessori o giocattoli delle linee Pokemon, Hello-Kitty etc.

giovedì 30 agosto 2007

原宿のスタイル(Gli stili di Harajuku), intro

Photo by AnthonyGrimley, all rights reserved
Cominciamo con questo una miniserie di post dedicati alle sottoculture di Tokyo, principalmente femminili, che trovano sfogo e visibilità nel grande baraccone di Harajuku. Una delle mie guide turistiche su Tokyo, la Lonely Planet italiana edizione 2002 afferma che la maggior parte delle ragazze figuranti ad Harajuku sono delle いじめっ子(Ijimekko). So con certezza che qualsiasi Giapponese, almeno dai 30 anni in giù rabbrividisce di fronte a questo termine, e per me è assai difficile parlarne con disinvoltura soprattutto dopo aver parlato di questo coi miei amici giapponesi. Il termine deriva dal verbo いじめる(ijimeru), ed è composto con il kanji raddoppiato 子(ko), che è (anche) un composto di 子供(kodomo), che vuol dire figlio o bambino. Il significato di Ijimekko è "giovane che perseguita". L'ijime è forse la piaga giovanile più devastante in Giappone, la maggiore causa di suicidio dai 12 anni in su: (da wikipedia>>) Si tratta di ijime quando un gruppo più o meno ampio di studenti identifica tra i compagni di classe un individuo solitamente incapace di reagire, e quindi lo sottopone sistematicamente a pratiche vessatorie e disumanizzanti per periodi prolungati di mesi, o anche anni, con il silenzio complice dell'intera classe, quando non degli insegnanti. Diversi casi hanno visto gli insegnanti stessi incoraggiare o partecipare all'ijime. Quelli perseguitati invece sono gli いじめられっ子(Ijimerarekko). Non so perchè l'autore della guida turistica identifichi le ragazze di Harajuku proprio come Ijimekko, non so se sia comunque attinente, ma è opinione comune in Giappone tra i Giapponesi che siano comunque persone emarginate, "poco di buono", che emergono per un giorno da una vita monotona per assumere un'identità stravagante trovando una momentanea emancipazione nella loro fuga dalla realtà. I travestimenti, le stravaganze, fino ad arrivare all'esibizionismo delle centinaia di street performers, e ancora di più ai culti come il Kawaii o le tanto pittoresche pratiche erotiche nipponiche, sono tutti fenomeni anche derivanti dagli enormi problemi sociali della società giapponese, sono materia di studi sociologici decennali i quali risultati non ancora peraltro definitivi sono assolutamente non analizzabili in poche righe. Sono conscio degli enormi problemi sociali che interessano gli adolescenti Giapponesi, ancora più grandi di quanto chiunque possa solamente immaginare, con estremo rispetto di tutte le persone che esprimono anche per un giorno il loro modo di essere mi accingo a trattare gli stili più importanti di Harajuku che sono: デコラ(Decora), Fruits, ロリータ(Lolita), コスプレ(Cosplay), 着ぐるみ(Kigurumi), パンク(Punk) e Rockabilly. (Ringrazio sirdic e Nori-chan per la consulenza linguistica)

martedì 28 agosto 2007

原宿(Harajuku) intro




Se non riuscite a vedere il video su questo blog, cliccate qui!
Introduzione montata dei filmati da me girati ad Harajuku: immagini dal ponte, dalle strade pullulanti di ragazzine: Harajuku, come tutti i quartieri di Tokyo è quasi monotematico per target di età dei frequentatori e per genere di negozi. Ad Harajuku ci vanno le ragazzine fino ai 18 anni, e si vende abbiglimento estremamente giovane e quasi pacchiano, fino ad arrivare ai negozi per abbigliamento di cosplay. Si vendono gioielli pacchiani, abiti pacchiani, abiti e accessori stravaganti e giovani, si incrociano rockabilly, cosplay e in generale quasi tutte le sottoculture urbane di natura bizzarra di Tokyo tranne quelle caratteristiche di altri quartieri come per esempio le ガングロ(Ganguro) di Shibuya; poi musica a palla, nei negozi i commessi e le commesse sono estremamente giovani e urlano come dei pazzi. Il sangue di Harajuku scorre nella sua arteria principale (non per grandezza, si intenda): 竹下通り(Takeshita dori). Troupe che scattano servizi fotografici a modelle di 14 anni, milioni di ragazzine, e musica, rumore. Forse un ragazzo non ci si trova, se non per la stravaganza di ciò che vede, ma per una ragazza è il massimo: quindi è un quartiere straconsigliato per le ragazze!! La canzone del video è di Otsuka Ai, si intitola フレンジャ(Frienger).

原宿橋2(Il ponte di Harajuku, parte seconda)

Il ponte di Harajuku è forse l'unico (o quasi) posto in Giappone dove si può trovare un giapponese disposto a farsi fotografare, e per di più con te. Le ragazze di Harajuku vanno lì per lo più per esibizionismo, oltrechè per motivi più profondi da ricercare nell'attuale trend evolutivo della società Giapponese del quale scriverò qualcosina nel prossimo post. Beh, che dire mi sono innamorato di Pikachu!

Seconda foto. Ricordate questo: se chiedete ad un o una Giapponese di scattarvi una foto, lui/lei prenderà il compito con estrema serietà chiedendo prima istruzioni sull'utilizzo della vostra macchia fotografica, che maneggerà come una reliquia, e poi scattando diverse foto, mostrandovi il risultato sullo schermo della vostra digitale e scattando ancora fino a che non siete soddisfatti. Quando scatterà la foto dirà con enfasi: はいチース(hai-chiiiisu) che si può tradurre come "si cheese"!!!! La vostra richiesta darà il via ad un rituale che, a seconda del fotografo, si può trasformare in un imbarazzante dimostrazione di gentilezza e disponibilità, che si conclude con grandi sorrisi e inchini. Questo è il secondo scatto, la fotografa è Giapponese!

Questa coppia di ragazze era fantastica, ho amiche tipo una di milano che farebbe follie per la collezione di forcine e accessori che hanno addosso...

Tradizionale secondo scatto, con la pazienza delle mie amiche stravaganti. Guardate i loro piedi e le loro gambe!! Tipicamente Giapponesi! Sapete perchè le giapponesi hanno le gambe storte? Perchè a furia di stare in ginocchio e tenere i piedi piegati lateralmente verso l'interno, le loro ossa si sviluppano in questo senso. I maschi invece non sono così perchè loro hanno la licenza di sedersi a gambe incrociate sul tatami, o su un fianco tipo antichi romani...le donne invece no. Non ho fatto molte foto con le Harajuku girls perchè sono abbastanza timido.

Questo bracciale non vuole saperne di entrare...

Purtroppo essendo inverno non c'era molta gente...

Non disturbateci, stiamo creando!

Le ragazze arrivano da ogni parte di Tokyo, col loro trolley. La maggior parte dalle circoscrizioni di periferia come Kawasaki o Chiba.

Panoramica del ponte visto dal soprapassaggio pedonale.

lunedì 27 agosto 2007

原宿橋1(Il ponte di Harajuku, parte prima)

Cominciamo con questo la lunga serie di post dedicati ad Harajuku, un quartiere di dimensioni medio-piccole situato tra Shibuya che confina a sud, e Shinjuku, che confina con l'attiguo parco di Yoyogi a nord. Se consideriamo il centro anulare di Tokyo formato dalla Yamanote line e dai quartieri che serve, siamo nella parte sud-ovest dell'anello, con il punto cardinale est precisamente occupato dall'importantissima stazione di Shinjuku. Da sud la successione esatta delle stazioni è Shibuya, Harajuku, Yoyogi, Shinjuku. L'attrazione di Harajuku più importante per il turista occidentale medio è sicuramente l'assembramento di tipi e tipe che si vestono in modo strano, che ha il suo culmine la domenica: era il 21 Gennaio 2007, domenica per l'appunto, e la nostra meta obbligata era il ponte di Harajuku. Dopo una visitina al parco di Yoyogi, della quale potete trovare un resoconto completo qui, siamo giunti al ponte, che si trova 50 metri a sud della stazione di Harajuku, sopra i binari della Yamanote line.

Come si può vedere dalla foto, il ponte è estremamente vicino alla stazione.
Era una giornata abbastanza calda per essere gennaio, come lo sono state tutte le giornate del mio viaggio, anche in Giappone l'inverno è stato mite.

Il ponte di Harajuku è un ponte stradale, anche se il numero di macchine che lo attraversa è minimo, ed è anche una piazza, anzi una piazzetta.

Diciamo che i frequentatori del ponte di Harajuku e dintorni si possono definire a grandi linee コスプレ(Cosplay, ma parleremo approfonditamente di tutti gli stili qui), cioè persone che si vestono in maniera stravagante per riprodurre l'abbigliamento di personaggi dei fumetti e degli anime: alcuni si improvvisano stilisti e make-up stylist per creare delle composizioni molto scenografiche e di grande effetto.

Intanto la piazza si anima, comincia il traffico di persone che arrivano ad Harajuku per visitare Yoyogi, entrando dall'entrata del grande Torii sud il quale accesso è proprio attraverso il ponte.

La strada che prosegue a sud dopo il ponte.

L'assembramento invernale è abbastanza ridotto: il primavera o in autunno ci sono le opere d'arte migliori, e anche i campioni di bizzarria. Grandi assenti dalla piazza i Free Hugs, cioè i ragazzi e ragazze che offrono abbracci gratis, come segno di pace.

Manco a dirlo, i visitatori domenicali del ponte sono principalmente stranieri impegnati a fotografare e a filmare a tutto spiano.

Il freddo si faceva sentire per queste ragazze, che comunque stoicamente non mancavano l'appuntamento...

Questi tipi erano veramente loschi!!!