martedì 4 dicembre 2007

日本の警察(La polizia Giapponese)

Come per il post precedente, anche questo post non riguarderà un aspetto positivo e gradevole della realtà Giapponese. Prendo spunto quindi dai nippo-fascisti per parlare dei loro più fedeli amici: la 日本の警察(Nihon no Keisatsu - Polizia Giapponese)
(Image by primenon, from Wikipedia) Cossiccome la polizia Italiana possiede una Lamborghini, loro hanno la Nissan GTR Skyline R-34, tanto per mostrare che fanno sul serio! Come ho detto a riguardo dei nippo-fascisti, in Giappone la sicurezza è tra le migliori al mondo per chiunque, ma ci sono degli elementi di disturbo: i fascisti alla fine si sgolano e se li fotografi magari ti picchiano, ma basta stargli lontano; altra cosa è la polizia. Se andate in Giappone, ve lo dico col cuore, cercate in qualsiasi modo di evitare di avere a che fare con loro.

Il territorio, soprattutto nelle grandi città e disseminato di piccole costruzioni isolate come questa, si chiamano 交番(kōban) e sono delle casermette in cui c'è un presidio di polizia. Ogni stazione ha un kōban, e ce n'è uno all'incirca in ogni quartiere: questo qui sopra è il kōban di 浅草(Asakusa).

Fa un certo effetto vedere la macchina di mia madre addobbata in questa maniera!! Qui siamo a Toyama, vicino all'aeroporto.

Passiamo al sodo: una serie di articoli scritti dal formidabile Pio D'Emilia sul suo blog (dei quali citerò molti passi) mi ha spinto a trattare adesso di questo argomento. Per chi non lo conoscesse, Pio D'Emilia è un giornalista Italiano che vive a Tokyo da tempo immemorabile, e corrisponde per varie testate tra cui Sky TG-24, L'Espresso etc. Indimenticabili le puntate di Turisti per Caso da lui guidate e la collaborazione con Sciuscià di Michele Santoro.

Pio ci parla della disavvenutra capitata ad un giornalista svedese, che ha insultato un tassista che non lo voleva caricare in macchina perchè straniero e ha passato diversi giorni in carcere senza alcuna prova di ciò che era accaduto. Purtroppo il Giappone è ancora molto indietro in tema diritti umani, la custodia cautelare in Giappone dura 23 giorni, si chiama 代用監獄(daiyō kangoku) e fa accaponare la pelle solo a nominarla: è rinnovabile per ciascun singolo addebito. Questo limbo al quale è sottoposto il sospetto è quasi fuori da ogni regola, in quanto la maggior parte delle cose che si verificano in questo lasso di tempo non viene verbalizzata, il sospetto ha diritto a ricevere l'assistenza di un avvocato d'ufficio solo dopo il rinvio a giudizio. Gli interrogatori sono fuori da ogni regola umanitaria, non sono verbalizzati nè registrati e sono mirati ad uno scopo preciso: quello di far confessare il sospetto, per il quale non esiste la presunzione di innocenza, ma la presunzione di colpevolezza: alla polizia non importa che il sospetto sia o no colpevole, importa che confessi, in modo tale che la polizia non "perda la faccia". Vi sono testimonianze provate dell'utilizzo della tortura da parte della polizia: un singore chiamato Sakae Menda ha fatto 33 anni di braccio della morte per aver firmato una confessione estorta dopo 10 giorni di interrogatorio: nonostante vi dicano di firmare perchè tanto poi si può sempre ritrattare, NON FATELO. E' statisticamente provato che i rinvii a giudizio avvengono per il 99% senza prove, i procuratori si attengono alle indicazioni della polizia. Un'aggravante, per un fermato, è quella di non collaborare (事実を認めない - Jijistu wo mitomenai - non ammettere i fatti), cioè tradotto in termini concreti, di non confessare, e la custodia si protrae.

Dunque: un sospetto può non confessare per vari motivi: magari non è colpevole, o magari non parla il Giapponese perchè è straniero: e qui sono rogne. Se parlate il Giapponese, se pensate di saperlo parlare, comunque richiedete un interprete (Interprete si dice 通訳, Tsuuyaku)(n.d.SirDic).

Bisogna ammettere che in Giappone, chi commette un crimine per davvero, paga pesantemente: se ad esempio intendete fare qualche furbata tipo il trucchetto della Corea, cioè di passare tre mesi in Giappone, poi andare in Corea, e rientrare in Giappone per passare di nuovo tre mesi, oppure vi venga in mente qualsiasi cosa anche futile, ma illegale da fare in Giappone, beh desistete, perchè richiate veramente grosso, come minimo di passare qualche giorno sotto interrogatorio e poi essere cacciati a calci dal paese, per sempre, come minimo.

Altresì è presente un altro grave pericolo, per i bravi ragazzi sia Giapponesi che stranieri: cioè quello di incappare in malintesi: ad esempio: siete al supermercato e un altro cliente o lo stesso commesso vi accusano di aver rubato, anche se voi non l'avete fatto e materialmente non vi sono prove: siete fritti perchè vi arrestano, come il povero giornalista svedese, e se siete stranieri provano una certa soddisfazione a farlo. Altro esempio: siete in metropolitana, una ragazzina caccia un urlo e vi accusa di averla molestata: lo stesso, vi arrestano alla stazione successiva. E' importante tenere un profilo basso quando si è in Giappone, intendo, stare buoni e non fare scemenze, non dare nell'occhio: situazioni come queste sono rare ma succedono, come dimostrato, quindi MAI dare di matto, mai incazzarsi se un tassista non ti vuole caricare in macchina (il più delle volte non è per razzismo ma per timore e diffidenza di ciò che non è Giapponese); se volete entrare in locali o terme di clientela prettamente Giapponese, fatevi accompagnare se possibile da un Giapponese; se siete maschietti in treno e comunque in generale state lontani dalle ragazzine, soprattutto quelle più grandi e con la divisa più sfatta; nei negozi non abbiate mai un atteggiamento furtivo o sospetto.

L'essere stranieri in Giappone comporta per forza il "dare nell'occhio", soprattutto fuori Tokyo: significa essere sempre osservati, la chiusura del Giappone si concretizza anche in questo, nella diffidenza e nella paura della gente nei confronti del diverso, del forestiero. E il passo dalla diffidenza al sollevare la cornetta per chiamare la polizia è brevissimo, e se finite nelle loro grinfie difficilmente ci sarà un Pio D'Emilia a salvarvi. A quanto si dice però, sembra si intraveda uno spiraglio nella melmosa situazione della giustizia Giapponese.

(Ringrazio Pio D'Emilia per aver condiviso con noi quest'esperienza, e per il suo lavoro quotidiano, quello di un vero giornalista. Ringraizio N-chan per avermi parlato della polizia Giapponese. Per gli appassionati di cinema, ci sono dei film che parlano di questi argomenti: それでもボクはやってない(Soredemo Boku Wa Yattenai), di Masayuki Suo, 2006; e ポチの告白(Pochi No Kokuhaku - Confessione Di Un Cane), di Gen Takahashi, sempre del 2006).

19 commenti:

SirDiC ha detto...

ecchecaspita... che e' meglio stare lontano dalle donne in treno lo sapevo...tanta gente innocente pare si sia rovinata cosi'. ma non immaginavo che i pericoli nascosti fossero cosi' numerosi. Spero siano dei casi rari. E' vero comunque che se la prendono di piu' con gli stranieri. Gli stranieri devono stare particolarmente attenti a fare i bravi bambini altrimenti se succede qualcosa hanno un trattamento di sfavore.
P.s.通訳=tsuuyaku

Anonimo ha detto...

Sono allibito! Ora ho guasi paura ad andare in Giappone.... però cosi uno non riesce più a godersi il Giapppone, dover stare attenti anche ad una persona che ti siede vicino in metropolitana,e allarmante.
Kabukimono (Figurarsi se sapessero che come nick uso questo)

Weltall ha detto...

Anche Miike ne parla nei suoi film, sia della polizia che della diffidenza verso gli stranieri e la difficoltà di quest'ultimi a integrarsi!

Anonimo ha detto...

Oddio così la mia voglia di andare in giappone si riduce... ma quanto sono frequenti questi casi? a te è capitato di essere trattato male o di avere problemi con la polizia perchè straniero?

Anonimo ha detto...

Ci credo che il Giappone detiene ancora il primato di paes con meno criminalità del mondo: chi cavlo se lo vuole fare il carcere lì?
A parte gli scherzi: mi hai fatto venire l' ansia. E parecchia. ç__ç

nicolacassa ha detto...

>SirDic> Per fortuna sono casi rari! Visto che non si fidano di noi ora ci schedano come criminali ancor prima di entrare, giusto per essere sicuri!!
>Kabukimono> Purtroppo il Giappone ha le sue regole, questa è una delle tante, stare buoni e calmi. Forse il Giappone mi piace così tanto anche perchè è lontanissimo da ciò che può essere il nostro modo di vivere quotidiano...
>Cuggino> Miike è troppo davanti! Sono curiosi di vedere i film di cui parli!
>sirtommy> I casi sono rari, ma gli aneddoti sono stati raccontati da giapponesi, quindi non sono esagerazioni. Penso che rispettando le regole non scritte che vigono in Giappone sia difficile incappare in problemi!
>Francy> Il Giappone è il paese con meno criminalità perchè tutti i criminali sono in galera, se non si suicidano prima: purtroppo ci sono anche molti innocenti!!

strawberry ha detto...

spero non abbiano sospetti su una tranquilla coppia che va in giappone...o pure le coppie son sospettate? ;)

Anonimo ha detto...

Ciao, hai ragione ogni paese ha le sue regole, ma da li ad essere arrestati per nulla cè ne passa...

Volevo sapere ma Pio d'emilia, è quel Pio che si vede nei video di Turisti per caso in giappone?

Rosa Sperandio ha detto...

Già a vedere le loro macchine mi fanno paura, vorrà dire che in Giappone cercherò d'andarci con un'amica giapponese:))

nicolacassa ha detto...

>Strawberry> Non penso ci siano problemi!
>Anonimo> Esatto!
>Rosa> Anche da sola, basta non esporsi più di tanto.

Anonimo ha detto...

Comunque la skyline colorata così è stupenda, vorrei averla io...

nicolacassa ha detto...

>sirtommy> E' la mia macchina preferita!!

Claudia Casu ha detto...

Toccare tematiche così difficili ti fa davvero onore, Nic. Ho letto recentemente il blog di Pio D'Emilia e confesso di esserne rimasta molto turbata. Ma anche questo è un aspetto concreto del Giappone e non è giusto chiudere gli occhi facendo finta che ci siano solo il Fuji-san ecc. ecc. Proviamo invece a pensare a quanti ben più gravi giustificazioni avrebbe un giapponese per decidere di non mettere piede nel nostro Paese...

davide ha detto...

Bella la Micra della polizia :P

nicolacassa ha detto...

>Cla> Grazie per il sostegno! Un Giapponese avrebbe migliaia di motivi per non mettere piede in questo paese: diciamo che in Giappone se non ti esponi e non fai l'imbecille nessuno ti fa niente, per questo vige l'ordine e la disciplina, e le cose funzionano! Qui c'è l'anarchia e basta!
>Deiv> Hai visto? Prendi la macchina di mamma e fai un bel poliziesco!

Anonimo ha detto...

oddio... grazie per gli avvertimenti, farò attenzione! comunque avevo già deciso di comportarmi bene quando sarò lì, voglio farmi presto degli amici di tokyo!

nicolacassa ha detto...

>Riku> e spero arpirai un blog nel quale racconterai tutto per filo e per segno!!

Anonimo ha detto...

Ecco perchè in Giappone le cose funzionano e in Italia invece no.
Magari fosse così anche qui.



Giulio

nicolacassa ha detto...

>Giulio> Da un certo punto di vista sono d'accordo: la criminalità è quasi zero, ma non ci sono diritti umani, giustizia sociale ed equità, e il principio della presunzione di colpevolezza è fonamentalmente sbagliato, e lo dico pur non essendo io un garantista. Penso che una via di mezzo tra l'Italia e il Giappone sarebbe un buon compromesso, ad esempio la Nuova Zelanda...

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