giovedì 8 dicembre 2011

Volo AZ0782 FCO-NRT, 18 settembre 2010, quarta parte: l'atterraggio a Tokyo-Narita.

Continua da qui...

Il mio primo volo d'andata in Giappone con un Boeing 777-200 Alitalia (per essere precisi un Boeing
777-243ER marche I-DISU, cn 32858/425) volge al termine. E' anche la prima volta che raggiungo il Giappone con un volo che parte dall'Italia a mezza mattina e arriva in Giappone all'alba, alle 6:40.

Ho sempre ritenuto comodo l'orario dei vecchi voli operati dalla Japan Airlines (purtroppo ora dismessi) che partivano da Roma Fiumicino alle 22:50 ed arrivavano a
東京(Tōkyō) un po' dopo le 17: si partiva con tutta la giornata alle spalle, magari si dormiva qualche ora in aereo, poi si arrivava a destinazione stanchi morti e di tirava ancora per tutta la sera, fino alla notte, e l'indomani mattina ci si svegliava come nulla fosse, con il nuovo fuso orario.

Arrivare all'alba è un'esperienza tutta nuova quindi: vediamo com'è andata...

Il sole è già sorto, la costa del Pacifico dorme ancora sotto una fitta coltre di foschia che fa sembrare la 千葉(Chiba-ken - prefettura di Chiba) un paesaggio innevato. Come al solito non ho dormito durante il volo, i miei vicini di posto sono una coppia di 横浜(Yokohama), sulla quarantina, ci siamo pure scambiati la mail, il solito "vieni a trovarci" d'ordinanza e null'altro. Sono stanco ma devo tenermi sveglio per affrontare le procedure di sbarco: un'ultima visita alla toilette per lavarmi il viso prima che il comandante ordini di allacciare le cinture per l'avvicinamento finale e l'atterraggio. La foschia si dirada sempre più mentre l'aereo in configurazione d'atterraggio plana stabile e silenzioso verso la pista 34L del 成田国際空港(Narita Kokusai Kūkō - Aeroporto internazionale Narita) o com'era conosciuto fino al 2004 (e com'era chiamato dalla speaker nella splendida e indimenticabile sequenza iniziale di Lost In Translation), 東京国際空港成田(Shin-Tōkyō Kokusai Kūkō Narita - Nuovo aeroporto internazionale di Tokyo Narita)(RJAA/NRT), che si trova nella 千葉(Chiba-ken - prefettura di Chiba).

(Screenshot from Google Maps modified by nicolaingiappone) Ed eccoci a terra. La 34L/16R è la striscia d'asfalto più utilizzata in assoluto al 成田国際空港(Narita Kokusai Kūkō - Aeroporto internazionale Narita), e la 34L è la pista più utilizzata per i venti dominanti da nord-ovest. Su cinque atterraggi in questo aeroporto (il quinto di cui per ora non ho mai parlato l'ho vissuto con un Boeing 777-300 della Cathay Pacific al ritorno da Hong-Kong) quattro sono avvenuti su questa pista.

(Screenshot from Google Maps modified by nicolaingiappone) L'Alitalia è gentilmente ospitata nel terminal 1...

(Screenshot from Google Maps modified by nicolaingiappone) ...che è situato a sud del mega complesso aeroportuale...

(Screenshot from Google Maps modified by nicolaingiappone) ...ed è composto a sua volta da un edificio principale, due ali (l'ala nord e l'ala sud) e cinque satelliti. Il nostro aereo ha fermato le ruote vicino al satellite numero 2, connesso a sua volta con l'ala nord.

(Screenshot from Google Maps modified by nicolaingiappone) Il parcheggio era il numero 25.

(Screenshot from Google Maps modified by nicolaingiappone) Le due foto seguenti sono state scattate dai punti numerati nell'immagine satellitare qui sopra, durante il mio percorso verso l'ala nord del terminal 1.

[Foto 1, orientamento sud-ovest] Ed ecco il nostro I-DISU che si riposa dopo 12 ore di volo. L'aeroporto era incredibilmente tranquillo e deserto a quell'ora...

[Foto 2, orientamento sud-ovest] L'orologio affianco alla scritta "Narita" segna le 6:10, l'aereo è atterrato alle 5:50, con quasi 50 minuti di anticipo per aver volato con venti favorevoli in crociera.

(Screenshot from Google Maps) Una piccola curiosità: in quasi tutti gli aeroporti Giapponesi, affianco alla pista c'è un'enorme scritta chiaramente visibile dall'alto che indica il nome dell'aeroporto: qui sotto alcuni esempi...

(Screenshots from Google Maps) Dall'alto verso il basso: 高知(Kōchi), 熊本(Kumamoto), 高松(Takamatsu) con una graziosa scritta in 平仮名(Hiragana), 広島(Hiroshima), 大分(Ōita), 鹿児島(Kagoshima), 山形(Yamagata), 函館(Hakodate), 新千歳(New Chitose), 関西(Kansai), 仙台(Sendai)(nonostante lo tsunami), 大阪(Osaka). E ce ne sono tantissimi altri...ma non divaghiamo troppo e torniamo a Narita...

(Screenshot from Narita Airport official website) Il percorso dal finger, attraverso il satellite 2 fino alla zona del controllo passaporti. Si procede per le solite cinque fasi che riepiloghiamo brevemente:

1) Quarantena

(Picture from Daylife.com)(Qui le info ufficiali)(Qui il mio post correlato) Documenti richiesti: Questionario sanitario compilato (solo se si proviene da un paese a rischio). Se arrivate da un paese a rischio sanitario (ad esempio con epidemie in corso) durante il volo vi verrà fornito un questionario: compilatelo; se non vi viene dato compilate un questionario in bianco disponibile vicino al banco della Quarantena. Ma niente paura: al momento in cui scrivo l'Italia non è un paese incluso nella lista delle provenienze a rischio. Il percorso, rischio o non rischio, vi obbligherà a passare attraverso un controllo termico (foto qui sopra: gli addetti spesso e volentieri non sono presenti e la fotocamera funziona in automatico) che verifica che la vostra temperatura corporea sia nella norma. In caso non lo sia, verrete messi in "quarantena" e verrete visitati da un medico che decreterà la vostra idoneità o non idoneità ad entrare nel territorio Giapponese.

2) Immigrazione

(Picture from Consulate-General of Japan in New York website, all rights reserved)(Qui le info ufficiali)(Qui il mio post correlato) Documenti necessari: Passaporto; Carta di sbarco adeguatamente compilata fronte-retro. Superata la quarantena raggiungete l'immigrazione: percorrerete una lunga serpentina e un addetto vi indirizzerà ad un banco libero. Abbiate cura di avere a portata di mano il passaporto e la carta di sbarco (questa) compilata fronte-retro (in questo modo): un addetto controllerà il vostro passaporto e la carta di sbarco, prenderà le impronte digitali di entrambi i vostri indici e scatterà una foto al vostro viso, vi farà qualche domanda, apporrà l'adesivo con stampato il visto turistico sul vostro passaporto e vi lascerà andare.

Ed ecco il trofeo: il timbro di entrata di nicolaingiappone-trip-2010. Il visto per i turisti dura 90 giorni, e siccome l'ingresso è avvenuto il 19 settembre, possiamo stare in Giappone fino al 18 dicembre.

3) Ritiro bagagli

(Picture from Skyscrapercity.com)(Qui le info ufficiali) Documenti necessari: ricevuta del bagaglio imbarcato. Subito dopo l'immigrazione scendete di un piano e raggiungete la zona ritiro bagagli. Ritirate il vostro bagaglio presso il nastro designato. I carrelli sono disponibili e gratuiti. Il personale preposto al controllo potrebbe chiedervi di verificare la corrispondenza tra la ricevuta del bagaglio e l'etichetta dello stesso, per evitare sbadati prelievi di bagaglio altrui.

4) Quarantena per piante ed animali

(Picture from vpjrnl)(Qui le info ufficiali) In caso portiate con voi vegetali (inclusi frutta, verdura e sementi varie), animali vivi, prodotti animali come prosciutto, salsicce e altri prodotti della lavorazione delle carni avvicinatevi al banco di quarantena per piante e animali. Qui ci sono tutte le informazioni necessarie. Portare un animale domestico in Giappone è una grana non indifferente: a volte può venire richiesto di lasciare l'animale in quarantena per qualche giorno prima che ne venga autorizzato l'ingresso.

5) Dogana

(Picture from Skyscrapercity.com)(Qui le info ufficiali)(Qui il sito in inglese della dogana di Narita)(Qui il mio post correlato) Documenti necessari: Carta di dichiarazione doganale compilata. E arriva l'altro momento difficile: il controllo doganale: E' necessario arrivarci con la carta di dichiarazione doganale (questa) già compilata (clicca qui e qui per sapere "come si fa"). Se pensavate di farla franca non presentando alla quarantena eventuali vegetali o prodotti di lavorazione della carne, beh nel 70% dei casi il doganiere aprirà la vostra borsa e la ispezionerà attentamente, quindi dichiarate con cura tutto quello che portate: insospettire gli addetti con dichiarazioni mendaci ed incomplete è assai poco saggio. In cinque arrivi totali in Giappone, la mia valigia è stata aperta tre volte, e in tutte e tre queste occasioni la valigia era imballata con la pellicola anti-furto: penso che ai doganieri Giapponesi non piacciano gli imballaggi...

Se non avete compilato la carta di dichiarazione doganale durante il volo, fatelo prima di passare per la dogana: è obbligatorio e se non ne siete in possesso sarete costretti a tornare indietro. I moduli sono disponibili in qualsiasi lingua (tranne l'Italiano chiaramente ma noi parliamo tutti l'inglese alla perfezione no?) e se avete problemi di vista l'autorità aeroportuale vi fornisce pure gli occhiali in tre gradazioni diverse...

Ma riepiloghiamo le cinque fasi con questo schema:

(Screenshots from Narita Airport official website) Questo qui sopra è il percorso di guerra da compiere per riuscire a mettere piede in territorio Giapponese. L'ala nord, cioè quella in cui siamo noi, è quella a destra nella mappa.

E alla fine, stanchi morti, riusciamo anche questa volta a guadagnare la hall arrivi. Questa è la hall arrivi dell'ala nord del terminal 1 di Narita.

(Picture by Davide Cassanello) E si comincia un nuovo viaggio!! Sarà necessario un pisolino pomeridiano per cercare di recuperare il sonno perduto: a conti fatti è risultato meno stancante arrivare alle 6 del mattino piuttosto che nel pomeriggio, come avvenuto nei tre viaggi precedenti. Orario assurdo ma efficace.

(Qui la prima, la seconda e la terza parte...)

7 commenti:

kisal (Cinzia Corda) ha detto...

Bel racconto! Quanti dettagli, caspita =)
Un reportage interessantissimo!!

nicolacassa ha detto...

>Kisal> Grazie mille! E' lo stile del blog, purtroppo per me che ci metto giorni a completare ogni post... :P

Bear ha detto...

Anch'io sono entrata in Giappone 5 volte in tutto, ma nessuno mi ha mai aperto la valigia...adesso mi hai messo paura!! Ma se riporto qualche salame e lo porto al banco quarantena che succede? Me lo sequestrano?

kisal (Cinzia Corda) ha detto...

Come ti dicevo ieri in apt (dai dai sì che l'hai capito chi sono :D), mi piacciono i blog ben seguiti e i post che si sviluppano lungo giorni sono un lavoro apprezzabilissimo... certo, è più comodo stare due orette e pubblicare, ma a volte ci vuole tempo per partorire qualcosa di così completo.
Se se ne ha la capacità, evviva il lavoro lungo che porta risultati così importanti!
Per motivi diversi, anche a me capita talvolta di lasciare un post nelle bozze e dedicargli il tempo in un secondo momento in cui ho l'ispirazione giusta per realizzare il prodotto finale che è nelle mie intenzioni ;-)

nicolacassa ha detto...

>Bear> Evidentemente io ho una faccia sospetta :D Per quanto riguarda il salame, non lo so perchè non ne ho mai portati, però una volta avevo della bottarga (uova di muggine essicate) e il doganiere gli ha dato solo una svogliata occhiata prima di lasciarmi andare.

>Cinzia> Ma certo che ho capito chi sei!! :D Purtroppo per me fino a che un post non mi convince al 100% non lo pubblico, questo vuol dire giorni di "cesellamenti" e " rifiniture", cambiamenti radicali all'ultimo minuto e riscritture complete. Ad esempio quest'ultimo post non mi piace già più...

Unknown ha detto...

Quando sono stato in Giappone nel 2005 e nel 2007 non ho dovuto compilare alcuna "Carta di dichiarazione doganale compilata" :O !

La prossima volta che ci andrò (Marzo 2012) ci farò più attenzione.

Comunque non ho fatto alcun foto all'aeroporto :( (tranne quella del cartello Yokoso Japan!).

nicolacassa ha detto...

Lain la carta di dichiarazione doganale è obbligatoria dal 2008.

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