lunedì 27 settembre 2010

26 settembre [Seconda parte]: Nikko, Yunishigawa

[La storia qui raccontata è maledettamente vera] Ok: dal Chisenji-ko abbiamo impostato il navigatore per raggiungere Yunishigawa, il luogo del nostro Ryokan. Dopo una scalata di non so quanti chilometri abbiamo raggiunto la vetta di una montagna, chiaramente in mezzo alle nuvole, poi siamo scesi dall'altra parte, dove le immense foreste di cedri cedevano il passo a dolci colline con i pascoli delle famose mucche di Tochigi, con tanto di staccionate bianche all'americana sparse un pò ovunque. Dopo aver passato un fiume abbiamo imboccato la strada nazionale 249: beh, "strada nazionale, sarà sicuramente veloce. Macchè: la strada era strettissima, piena di felci da entrambi i lati e difficilmente due macchine riuscivano ad incrociarsi, ma tanto non c'erano altre macchine, eravamo soli nelle montagne nebbiose di Gollum, il personaggio del Signore Degli Anelli. La strada si faceva sempre più stretta, passavamo fiumi, passi di montagna, foreste nerissime e fittissime...quando ad un certo punto ho dovuto inchiodare: un albero giaceva crollato proprio sulla strada bloccandola per una parte. Abbiamo pensato di essere in un film dell'orrore: abbiamo superato l'ostacolo con attenzione e abbiamo proseguito. La strada era pericolosissima, burroni allucinanti senza protezione, nessuna striscia per terra, felci che mimetizzavano delle cunette profondissime e bastarde (quelle delle strade Giapponesi in corrispondenza delle risaie, ma qui non c'erano risaie...). Ad un certo punto le curve ed i tornanti sono diventati talmente stretti che dovevo guardare fuori dal finestrino aperto per cercare di vedere, perchè il fascio luminoso dei fari non illuminava la strada al lato più di un certo tanto, e chiaramente andavo a massimo 20 all'ora per gli enormi rischi che la strada presentava. Quando abbiamo trovato una galleria all'interno della quale c'era un tornante strettissimo (!!) non segnalato (sembrava che finisse con un muro), ci siamo preoccupati davvero. Abbiamo percorso 30 km in questo modo, scalato chissà quanti monti e attraversato chissà quanti fiumi, quando finalmente abbiamo raggiunto Yunishigawa, un villaggio sperduto, davvero sperduto in mezzo ai monti Giapponesi.

Il nostro Ryokan, il Honke Bankyu, era lì davanti a noi: è uno dei più famosi Onsen del Giappone, antichissimo, costruito nel 1666 come rifugio (ecco perchè è così sperduto) dalla famiglia
Heike, o Taira (si, proprio quella famiglia, per chi conosce la storia Giapponese, e ancora gestito dai loro discendenti, la ventiquattresima generazione..), è davvero incredibile, e le foto che seguono vi faranno capire il perchè...

Appena arrivati, subito al ristorante del ryokan, la cena era servita: le sedie erano disposte attorno ad un braciere inglobato nel pavimento, nel quale cuocevano degli spiedini di carne di cervo, di anatra, di manzo e di altri animali stranissimi...

Penso che questo sia il primo ryokan della mia esperienza Giapponese in cui mi sono alzato sazio da tavola: il menù era infinito, comprendeva una marea di cose: dallo Yuba, alle zuppe della zona, al sashimi di pesci di fiume...

C'era una zuppa di soba non macinata, e tante altre cose incredibili...

E che ne dite di questa frittura di verdura di montagna posata sopra una melanzana farcita di dolcissima marmellata di miso?

Una cena indimenticabile, per la location, per la compagnia e per il gustosissimo e abbondantissimo cibo...

Il ristorante era tutto in legno, guardate qui che roba...

Uno dei corridoi esterni al ristorante...

La scala d'accesso al ristorante. Mi sono dimenticato di dirvi che il ristorante stava dall'altra parte del fiume rispetto al ryokan, il fiume è in un canyon abbastanza profondo e...

Le due rive, il ristorante e il ryokan erano unite da questo ponte antico o Kazura-bashi fatto di liane (ovviamente rinforzato da cavi d'acciaio rigorosamente invisibili). Da lacrime agli occhi: il rumore dei grilli, l'acqua che scorre sotto impetuosa, e il tuo ponte privato...

La hall del ryokan...

Uno dei corridoi con cimeli e foto antiche della zona...

La scala che portava alla camera: era stortissima, fatta con dei tronchi d'albero interi...

(Picture from Secret-Japan.com) Dopo cena sono andato a rilassarmi all'onsen: non potevo chiaramente fotografarlo, così ho preso questa foto...

L'ingresso alla camera. Le camere non avevano un numero, ma avevano un nome...

Ecco la camera: era enorme e c'erano tutti i comfort, la finestra si affacciava sul canyon e si vedeva il ponte, i tatami erano profumatissimi...

Da qui si entrava nel bagno: i muri erano fatti di fango in alcuni punti. Il soffitto era alto anche cinque metri in alcuni punti...

La camera: Una capanna sovrastava il televisore...

"Kaiga", il nome della nostra stanza era scritto in questo "arazzo"...

Nel prossimo post, quello del 27 settembre che pubblicherò più tardi, vedrete le immagini del ryokan Honke Bankyu di giorno, e poi le nostre folli cavalcate nelle rapide del Kinugawa, e altre cose incredibili!! :)

4 commenti:

Paocin ha detto...

Bravissimo Nicola. Non sapevo che c'era questo bellissimo posto. Se sapessi quando tornerò ti farei già prenotare una stanza per noi. Aspettiamo il prossimo resoconto.
Buon divertimento.

P. & M.

nicolacassa ha detto...

>Paolo> Haha io non saprei nemmeno da dove cominciare per prenotare in questo posto, penso sia un pacchetto che ha trovato Shiho! Chiediamo a lei!! :)

Weltall ha detto...

Ma hai fatto qualche foto della strada per arrivare al ryokan??? ^__^

nicolacassa ha detto...

>Cuggino> No perchè era buio non si vedeva nulla, ed eravamo tutti impauriti, davvero impauriti...

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