domenica 4 ottobre 2009

3 ottobre: Saitama, Narita-aeroporto; Roma-Fiumicino; Cagliari

Quanto odio l'ultimo giorno in Giappone: il cielo è semrpe coperto, ha sempre piovuto nell'ultimo giorno (tranne che ad Osaka nel 2007). Prendere il Limousine bus la mattina, raggiungere la stazione con la valigia pesante e quelle dannate rotelline che s'incastrano nelle piste tattili per ciechi...

Vedere il Giappone che ti sfila fuori dal finestrino, i ragazzini in divisa che vanno a scuola, gli impiegati che vanno a lavoro, gli anziani che curano l'orticello... e sapere che tutto sarà sempre e ancora lì ma senza di te...

Arrivare a Narita e prendere l'Alitalia. Al check-in c'era un'addetta alquanto poco cortese per gli standard Giapponesi, insisteva per farmi fare il transito a Fiumicino nonostante io avessi addirittura pagato di più per NON fare il transito a Fiumicino, ma prendere il bagaglio e fare nuovamente il check-in per evitare smarrimenti vari. Beh io ho sempre fatto così TUTTE le volte che sono andato in Giappone, nessuna esclusa, ma la tipa ha voluto la prenotazione per Cagliari e mi ha fatto il transito. Visto il nostro disappunto, in Giapponese ha detto "ve lo dovete mettere in testa che è impossibile non fare il transito", per fortuna Shiho apposta non ha tradotto perchè in quel caso l'avrei ammazzata (l'impiegata). La signorina indossava una divisa Alitalia, forse quando le hanno assunte le hanno sottoposte ad un corso apposta per adeguarsi agli standard di compagnia, e per diventare brusche e impazienti coi clienti.

Lasciare il Giappone per l'Italia mi lascia sempre quella brutta sensazione di lasciare un posto dove tutto accade, dove tutto è all'avanguardia, dove ti sembra di essere al centro del mondo, per tornare allo schifoso terzo mondo. Sempre mi chiedo se mai avrò di nuovo il privilegio e la fortuna di tornarci, sempre penso che magari non ci tornerò mai più, ma quest'anno è stata molto più dura, perchè Shiho ha lasciato lì i suoi genitori per tornare chissà quando. Al momento del distacco non si sono toccati tra di loro, nè baciati, nè abbracciati, come fanno i Giapponesi: lei al padre ha stretto la mano, mentre alla madre ha solo sfiorato la mano, ma quella tensione e quella tristezza del distacco, non so come, li ho sentiti tutti fino a dentro le ossa, pur essendo un estraneo alla famiglia. Il fratello addirittura non l'ha neanche salutata e si aggirava nervoso per il piazzale della stazione di Koshigaya, forse pensando a cosa dirle, ma non ce l'ha fatta, forse. Non hanno mai pianto, nè lei nè la mamma, a Narita, ma dopo aver superato i controlli, dietro alle vetrate ho visto Mie-san piangere, lontano dalla figlia, e Shiho pure, solo dopo essere sparita dalla vista della madre, è scoppiata a piangere. Mi ha detto di riportargliela il prima possibile, Mie-san, mentre Takashi-san mi ha chiesto di farla felice, lui che si taglierebbe un braccio pur di non separarsene. Gli amici che stanno lì mi hanno detto che dovrei sentirmi fortunato, per il fatto che abbiano accettato un gaijin per la figlia...

E' stata dura, davvero, questa volta, andare via.

E' stata in assoluto la vacanza migliore in Giappone. Bei posti, bella gente, e soprattutto lei sempre con me, senza dover andare a lavoro lì a Hiroo. E poi 2082 foto e 11 ore e 47 minuti di filmati sono pronti a documentare tutto, come al solito.

Otsukaresama deshita. E anche questa è andata, alla prossima, speriamo :)

24 commenti:

Claudia Casu ha detto...

Il nostro primo, vero e straziante distacco accade quando nasciamo. Tutto ciò che viene dopo è solo vita. Siate felici insieme e dimostrate a tutti che ne è valsa la pena :)
PS. Vi hanno propinato dinuovo quella orribile omelette???

Anonimo ha detto...

Ciao Nicola, ho seguito tutto il tuo viaggio e anche in questo ultimo giorno.
Mi viene in mente la definizione "Quotidiano inquotidiano " data da Haruko nel suo blog.
Inoltre è stato commovente il racconto della separazione.
Ciao e... si ricomincia;)
Vito B.

Anonimo ha detto...

Ah si', anche a me han detto che dovrei sentirmi fortunato perche' i miei suoceri mi hanno accettato. In effetti mai credevano che un itako NON aderisse agli stereotipi panzettiani e quindi coraggio.....si', siamo un paese di punta del quarto mondo, dura lasciare il paese dei lustrini....in ogni caso 15 giorni di ferie non sono la vita quotidiana, percio'...
Eh, le addette ai check-in....io di solito smoccolo in italiano e mi aprono un imbarco nuovo dove poi fanno quel che gli si chiede per non disturbare il popolo in coda....armonia.....

A.

Anonimo ha detto...

Ciao Nicola, ho seguito come in prima persona il tuo viaggio, beh... le ultime frasi mi hanno fatto commuovere, (una vena poetica c'è l'hai lo sapevi?) presto faro anche io la tua esperienza, e un giorno anche la mia Keiko san (la mia fidanzata di Sapporo) si unirà a me qua a Milano (kawai so), un saluto e okaerinasai nel.... terzo mondo. Ciao. Paride san.

Giulia ha detto...

Ciao Nicola,
leggendo questo ultimo post mi sono venuti in mente i tre mesi in cui quest'anno ho vissuto a Tokyo e nelle tue parole ho ritrovato tutte le mie emozioni nel lasciare quella che ormai io considero un pò come casa mia, più che questo "terzo mondo" (come lo chiami tu, definizione che credo stia benissimo al nostro paese, visto l'andazzo che giorno dopo giorno stiamo prendendo). La cosa positiva è che non sei solo, c'è Shiho-san con te, una ragazza che, solo da quello che scrivi, mi ha colpito molto per il bene sincero e disinteressato che ti vuole.
Ganbatte per il futuro =)

Giulia

Weltall ha detto...

Bentornato cugino (anzi, bentornati ^__^)
se tutto va bene la prossima volta veniamo anche io e Rosuen ^__*

Seaman ha detto...

Ciao Nicola, ho seguito il tuo viaggio come al solito molto interessante. Capisco lo stato d'animo tuo e di Shiho, nonostante gli aerei quando le persone care stanno a 10000 km di distanza... non ci si rende conto bene di quanto sia, pero' cosi' si apprezzera' di piu' il tempo passato insieme e i ricordi.. Pensa anche alle cose buone dell'Italia e al fatto che vivere in Giappone lavorando non e' la stessa cosa di 15 giorni di spensieratezza anche se il Giappone e' molto bello..
Ciao, Seaman

Paocin ha detto...

Auguriiiiii e guardate avanti!

A quando le nozze? :-)
"Qui" o "lì"?

Oppure "qui e lì" che è la cosa più bella?

Paocin to Manacin

Anonimo ha detto...

nico mi hai fatto commuovere.. *____* bentornati a tutti e tre e in particolare a shiho che affronta per la seconda volta la separazione dai suoi! baci
aliciotta

Anonimo ha detto...

Sono veramente senza parole, non ti conosco, viviamo lontani, due mondi completamente diversi eppure...sei ruscito a mettere per iscritto alla perfezione tutto quello che ho provato io tutte e due le volte che ho lasciato il Giappone. Lo so che è poco e non cambierà il tuo stato d'animo però, per quel che conta, grazie di cuore per il lavoro che fai con il tuo blog! Manu

Anonimo ha detto...

Ricordo perfettamente quel nodo alla gola provato sul limousine bus che mi riportava a Narita, dopo un anno come exchange student a Tokyo. Sto lavorando per tornare là, dove tutto acquista un significato prezioso, o almeno è così per me:)

miriam

Marco ha detto...

Ciao Nicola, ti seguo da tempo perchè il tuo sito mi piace moltissimo.Sono anch'io appassionato del Giappone.Quando ho letto le ultime righe mi sono letteralmente commosso.Immagino che allestirai una bella videoconferenza a casa tua.. in modo da rendere meno doloroso il distacco tra Shiho e i suoi cari.
Via auguro TANTA FELICITA'.
PS: Quando sentiremo la voce di Shiho nei tuoi video?
Marco Z.

Rosuen ha detto...

Ben tornati a tutti e tre :-)

Alberto ha detto...

Caro Nicola,
e' un po' che volevo scriverti, ho letto avidamente tutto il tuo blog che, onestamente, ha delle chicche introvabili!! Lasciatelo dire, sei un c***o di MITO!! Mi sono deciso adesso, perche' la tua descrizione del viaggio verso Narita, quello che si vede dal treno, il paesaggio che cambia, Tokyo, i sobborghi e il Giappone piu' rurale, e' davvero poetica e veritiera; in effetti, il Giappone e' l'unico posto da cui, per ben due volte, non me ne volevo andare, finita la vacanza!
La tua storia e' fantastica, da film direi, sei un grande e te lo volevo dire!
(Ben?)tornato in Italia, consolati sapendo che hai un pezzo di Giappone proprio accanto a te, la tua Woman from Tokyo!

Alberto.

Sugoi ha detto...

Capisco la tristezza di shiho , lasciare la propria famiglia è dura , ancora più pesante pensare che passeranno mesi prima di rivedere i proprio famigliari.
Capisco anche la tua malinconia nel lasciare la terra del sol levante , io ci sono stato una sola volta a luglio , ma a ripensare i luoghi visti le persone incontrare e a rivedere foto e filmati mi viene sempre un pò di tristezza...ma ci ritornerò , si ci ritornerò.
Un saluto a te nicola e shiho.

Andrea Castello ha detto...

Che malinconia questo finale, Nic.

Ma altri viaggi verranno, e l'allontanamento è una di quelle componenti che rendono il rivedersi così speciale.

Capisco ciò che provano i genitori di Shiho, non è facile pensare ai propri figli in una situazione di "straniero in terra straniera", soprattutto così lontano, un pò come capitava ai nostri, molto tempo fa, in germania o belgio.

Anonimo ha detto...

Sto piangendo... amo il Giappone ed i giapponesi ed ogni volta che leggo ciò che scrivi mi commuovo

Silvia

Fabiusli ha detto...

Ciao Nicola,

comprendo perfettamente il tuo stato d'animo, ancor di più perché praticamente siamo stati in Giappone nello stesso periodo: sono partito da Narita verso Malpensa proprio il 3 ottobre, chissà se magari ci siamo passati vicino nel terminal!

Di certo, comunque, mai più viaggerò Alitalia: il nostro volo, programmato per le 12.40, è partito alle 22.30. Per un colpo di... karma ho incontrato due signori simpaticissimi che, grazie a uno sgamo giappo-italiano, hanno barattato i buoni pasto e hotel che mi avevano dato con l'ingresso nella lounge della Delta Airlines, e lì l'attesa è stata un po' meno dura.

Capisco non volersene andare dal Giappone, ma così no, eh!!! ^__^

Visto il tuo fitto programma, non ho osato proporre un incontro ma, chissà, una prossima volta ci potremo trovare.

Buon ritorno in Italia,

---Fab

Anonimo ha detto...

Bentornato (in ritardo)!
Che finale triste, ma hai sempre Shiho lì con te.

Fa piacere sapere che non sono l'unico a piangere come un bambino quando entra nel Terminal a Narita.

Cio Nic!

Marco (Cagliari) ha detto...

Complimenti per come hai saputo descrivere l'esperienza del distacco. Leggere il post è stato come essere trascinati in quella esperienza. Bentornati comunque a Cagliari.

Anonimo ha detto...

che spettacolo le foto del resoconto, ho letto tutto d'un fiato...
ma sì che ci tornerai in Giappone, vedrai che passerà molto meno di quanto pensi! per me, almeno, è stato così: dopo averci passato 6 mesi sono tornato quest'estate, e tornerò la primavera prossima per vedere i ciliegi.
mai dire mai!
bentornati in Italia... lo shock post-ritorno c'è, ma è solo questione d'abitudine!
e poi dai, tu e Shiho-san siete una coppietta così carina che non riesco a non immaginare un avvenire luminoso, per voi, ovunque siate!
(^_^)
marco

tommy ha detto...

Piano piano ti riprenderai.

Anonimo ha detto...

Accidenti che spiagge in Giappone!!!
Sei proprio bravisssimo come reporter!!!
Bentornati !!
Alessandra

p.s. Shiho è super!!!(ragazzi...lasciare la famiglia in Giappone...è da ammirare la sua grinta!!!)Parlo così perchè io quando mi sono sposata sono venuta a vivere qui a Prato e ho lasciato i miei a Roma ed è stata durissima!!!

Flavio Galvagni ha detto...

Ciao Nicola :)
ora arriva il difficile ed il bello :) Ma si e' in due, un passettino dietro l'altro e via!
Forza e coraggio!
Flavio

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