martedì 27 ottobre 2009

Un header per nicolaingiappone #01: Mr.Brown

Ho avuto un'idea, un giorno: chiedere ad alcuni artisti, fotografi, designer, poeti etc. di fare un header per il mio blog, creato ognuno con l'arte propria dell'artista suo creatore e che s'ispirasse al blog stesso o al soggetto in questione, il Giappone.

Il primo della serie, quello qui sopra, è opera di un bravissimo disegnatore e fotografo che si chiama Mr.Brown, e raffigura Nicola a Tokyo con la sua instancabile Sony dentro ad un treno popolato da una "fauna" estremamente interessante :)

Adoro lo stile di Mr.Brown. Qui su c'è uno dei suoi lavori, qui c'è il suo blog e qui il suo photostream su Flickr! Non dimenticate di farci un salto! Grazie Mr.Brown per il fantastico lavoro!!

sabato 24 ottobre 2009

成田国際空港のハローキティのショップ (Il negozio di Hello Kitty all'aeroporto Internazionale di Narita)


Se non riuscite a vedere il video su questo blog, cliccate qui!!

Siamo al 成田国際空港(Narita Kokusai Kūkō - Aeroporto internazionale Narita) o com'era conosciuto fino al 2004 東京国際空港成田(Shin-Tōkyō Kokusai Kūkō Narita - Nuovo aeroporto internazionale di Tokyo Narita)(RJAA/NRT), che si trova nella 千葉(Chiba-ken - prefettura di Chiba).

Il Terminal 1, cosiccome tutto l'aeroporto non è proprio il simbolo dell'allegria: una struttura non modernissima dove a dominare è un colore abbastanza cupo. Se dopo aver fatto il check-in avete voglia di girare un pò i negozi dietro l'area check-in della struttura centrale, e magari siete appassionati di Hello Kitty o avete ricevuto richieste da amici o parenti riguardo un souvenir che sia di quel genere, potete fare un salto dal negozio Fa-So-La Market. Non è difficile da trovare, accertatevi di essere al quarto piano (il terzo per noi europei), si trova proprio affianco al Mc.Donalds: seguite l'odore inconfondibile comune a tutti i Mc.Donalds del mondo, anche a quelli Giapponesi, e ci arrivate. Il negozio apre alle 8:00 e chiude alle 20:00, il telefono è (0081) 0120-191-624.

Il negozio tratta diversi generi di roba morbidosa e pupazzosa, tra cui gadget della Ghibli, e tante altre cose. In particolare mi ha colpito la macchinetta per fabbricare gli adesivi personalizzati di Hello Kitty in versione 東京(Tōkyō)...

Basta inserire 400 yen in monete da 100, ed potete cominciare a navigare tra i menu. Purtroppo le lingue disponibili sono in Giapponese, il Cinese, il Taiwanese e il Coreano. Seguendo il video qui sopra non dovrebbe essere difficile imparare: bisogna scegliere il formato dello sticker, di quale quartiere volete sia beniamina la Kitty stampata negli sticker, il colore di fondo degli adesivi, scrivere il vostro nome o il nome che vi pare, chiaramente solo in 平仮名(Hiragana), 片仮名(Katakana) o 漢字(Kanji), e poi inserire una richiesta di buona sorte tra quelle elencate, ed in pochi minuti avrete il vostro set di adesivi.

Io ho scritto 二コラ(Nikora - Nicola), cioè l'unico modo corretto di scrivere il mio nome in Giapponese, e poi Shiho su mia supplica vista la mia perfetta ingnoranza del kanji in questione ha aggiunto la formula 家内安全(Kanai-Anzen - Sicurezza familiare), che si può intendere come una richiesta di buona sorte per la famiglia.

[SCOOP] Guardate il video fino alla fine, sentirete la vera voce di Hello Kitty!!!!

mercoledì 21 ottobre 2009

セルリアンタワー東急ホテル (Cerulean Tower Tokyu Hotel): 2114号室からの日中の眺め (Panorami diurni dalla camera 2114)


Se non riuscite a vedere il video su questo blog, cliccate qui!!

Siamo al セルリアンタワー東急ホテル(Serurian Tawā Tōkyū hoteru - Cerulean Tower Tokyu Hotel) di 渋谷(Shibuya), l'albergo nel quale ho alloggiato durante le notti dei giorni 20, 21 e 22 agosto 2008 (clicca qui e qui per una piccola intro sull'hotel, qui e qui per i post fotografici, qui per i post video).

Riprese diurne dalla finestra della camera 2114 e all'interno della camera. Il panorama è fantastico e si possono vedere molti luoghi d'interesse della città come la 東京タワー(Tōkyō tawā - Torre di Tokyo), nello 芝公園(Shiba Kōen - parco di Shiba), 港(Minato-ku - circoscrizione speciale di Minato); la 六本木ヒルズタワー(Roppongi Hiruzu Mori Tawa - Roppongi Hills Mori Tower), ovvero il quinto edificio più alto di 東京(Tōkyō) coi suoi 54 piani e 238 metri d'altezza e costruzione principale del lussuoso complesso 六本木ヒルズ(Roppongi Hiruzu - Roppongi Hills) nella circoscrizione di 六本木(Roppongi), sempre nella 港(Minato-ku - circoscrizione speciale di Minato); la ruota panoramica dell'isola artificiale di お台場(Odaiba), nella circoscrizione di 台場(Daiba), sempre nella 港(Minato-ku - circoscrizione speciale di Minato) e in generale tutta la spettacolare zona della 渋谷(Shibuya-eki - stazione di Shibuya), con il famoso incrocio 渋谷前(Shibuya-Eki mae), meglio conosciuto come Shibuya Crossing, sovrastato dal palazzo la cui facciata è il secondo schermo a led più grande del mondo, ovvero il Q-Front. A sud della stazione si può vedere il fermento dell'enorme complesso del capolinea della linea ferroviaria 東急東横(Tōkyū-Tōyoko-sen - Tokyu Toyoko line), cioè l'affollata linea che unisce 渋谷(Shibuya) a 横浜(Yokohama), l'enorme citta nella 神奈川(Kanagawa-ken - prefettura di Kanagawa). Se siete incuriositi dal treno che entra dentro il palazzo (circa 3'18" nel video), è un treno della 東京地下鉄銀座(Tōkyō Chikatetsu Ginza-sen - Tokyo Metro Ginza line), che proprio dentro uno di quei palazzi fa il capolinea al terzo piano del centro commerciale Tokyu. Shiho intanto mangia qualunque cosa e si trucca...

Musica del gruppo Giapponese 陰陽座(Onmyouza), la canzone s'intitola 覇道忍法帖(Hadou Ninpouchou - "chi riesce a tradurlo è bravo" ).

venerdì 16 ottobre 2009

Volo JL0400-AZ7788 FCO-NRT, 20 settembre 2009, terza parte: a gomito a gomito con l'influenza suina...

E anche questa volta le 12 interminabili ore di volo sono passate!

(Picture from Google maps) Dopo una breve holding sulla costa del Pacifico, con annesse scuse da parte del comandante per l'attesa, tra risaie intervallate da fiumi, centri abitati con la solita scuola color grigio topo i finestroni e il campo sportivo, e tetti di tonalità che vanno dal celestino al grigio antracite, completiamo l'avvicinamento finale senza turbolenza per la pista 16R (la stessa in cui il 23 marzo 2009 si era schiantato l'MD-11 della FedEx, ma in senso opposto). Questa è la prima volta che atterro nella 16R, le altre due volte era la 34L.

(Picture from Airliners.net) Il nostro aereo rulla per il lungo tragitto evidenziato dalla linea, costeggiando i satelliti del Terminal 1, il Terminal 2 e il suo mega satellite collegato col trenino automatico, per giungere dal piazzale evidenziato dal rettangolo...

Ebbene, si, il nostro 747-400 ha fermato le ruote in un parcheggio remoto, e le operazioni di sbarco sono state effettuate tramite scalette e bus intercampo. Sarà anche questo un segno della mancanza di soldi in JAL? Non hanno neanche i soldi per pagare un attracco alla NAA? A me mette un pò di tristezza comunque: nell'aeroporto in cui lavoro solo i voli sfigati della Ryanair e di qualche altro vettore al risparmio vengono serviti dai gate remoti!!

(Picture from Google maps) Un bus di colore arancione stipato all'inverosimile di persone ci ha portato agli arrivi remoti del Terminal 2, nel punto in cui termina la freccia nella foto qui sopra, al piano terra (primo piano per i Giapponesi). L'autista era un figo da paura, guidava con lo schienale del sedile completamente reclinato, come fosse pronto ad essere lanciato nello spazio, con la sua mascherina indosso e i soliti guanti bianchi. Forse ero troppo stanco per fotografarlo, peccato davvero...

Da qui, superate le porte si giunge subito ad una scala mobile che porta al primo piano (il secondo per i Giapponesi).

Arrivate subito dopo la stazione dello shuttle qui evidenziata, e trovate davanti a voi la serpentina del controllo immigrazione. Per entrarci, però, dovrete per forza passare attraverso il controllo sanitario e per la fobia dei Giapponesi per il virus H1N1...

(Picture from Daylife.com) Cioè un gate in cui è installata una telecamera ad infrarossi che rileva la vostra temperatura corporea.

(Picture from Daylife.com) Ecco gli agenti della quarantena con la loro macchinetta infernale: sono abbastanza minacciose, direi...

(Picture from Daylife.com) La videocamera ad infrarossi evidenzia con la parola "alarm!!" i soggetti con una temperatura corporea non usuale, che vengono subito invitati ad un soggiorno nella zona di quarantena, che può durare anche dei giorni...

(Picture from Daylife.com) Vengono distribuiti dei volantini coi quali si intende sensibilizzare i passeggeri, invitandoli a consultare il personale medico in caso di sintomi influenzali quali tosse, dolori etc. Beh, vista la possibilità di passare dei giorni in quarantena e rovinare una vacanza per una magari banale allergia, penso che da bravo Italiano io non lo consultereri, il personale medico...

(Picture by Jun Seita, All rights reserved) Se invece venite dall'America (USA, Canada o Messico), siete sfigati forte, perchè dei tipi vestiti da film come quello qui sopra entreranno nel vostro aereo con delle videocamere termiche, vi scansioneranno ad uno ad uno, vi faranno compilare dei questionari facendo ritardare il vostro sbarco di almeno altri 90 minuti...

(Picture by dianaschnuth, all rights reserved) E vi faranno passare altri bei momenti qui, nella sala di attesa della quarantena, a farvi scoprire in anteprima come funzionano i distributori automatici Giapponesi.

Insomma, il vostro passaggio per il controllo sanitario divrebbe essere comunque regolare, arrivate all'immigrazione e fate tutto quello che ho già spiegato qui.

Ecco il timbro di entrata di nicolaingiappone.trip.2009.

Procedete per la dogana. Devo dire che, forse oramai mi conoscono(...hehe), ma nè all'immigrazione nè alla dogana mi hanno fatto domande. Alla dogana addirittura ho dichiarato un oggetto che avevo nella valigia, cioè dell'aglio (un regalo per una persona che adoro oltre ogni limite): se leggete il modulo di dichiarazione doganale (spiegato e tradotto in tutti i suoi punti qui), noterete che l'aglio rientra tra i restricted articles (articoli soggetti a restrizione), al punto 3 del lato B, come "vegetables" (verdure). Il tipo della dogana oltre a dirmi che era tutto apposto con l'aglio, non ha neanche voluto aprire la valigia, come gli altri suoi colleghi hanno sempre fatto fino ad ora!!

E benvenuti a Tokyo, finalmente, ogni volta è una tortura cinese, anzi, Giapponese!! In quei giorni ci credevano ancora, i poveretti, alle olimpiadi el 2016...

Ho potuto finalmente riabbracciare Shiho che non vedevo da un mese...

E col fortissimo carrello tamarro dell'aeroporto di Narita (può pure andare nelle scale mobili...), andiamo a prendere il Limousine bus...

Destinazione Shinjuku!

mercoledì 14 ottobre 2009

Volo JL0400-AZ7788 FCO-NRT, 20 settembre 2009, seconda parte

Continua da qui...

(Picture from Airliners.net) Stiamo per prendere il volo JL400, un Boeing 747-446 della Japan Airlines con marche JA8920 che da Roma Fiumicino (LIRF/FCO) in 12 ore ci porterà direttamente al al 成田国際空港(Narita Kokusai Kūkō - Aeroporto internazionale Narita) o com'era conosciuto fino al 2004 (e com'era chiamato dalla speaker nella splendida e indimenticabile sequenza iniziale di Lost In Translation), 東京国際空港成田(Shin-Tōkyō Kokusai Kūkō Narita - Nuovo aeroporto internazionale di Tokyo Narita)(RJAA/NRT), che si trova nella 千葉(Chiba-ken - prefettura di Chiba).

(Picture from Seatguru.com) Dopo aver superato il gate 30 con il nostro tagliandino d'imbarco in mano ci becchiamo il saluto cortese dell'assistente di volo JAL che è scesa dall'aereo proprio per darci il benvenuto lì proprio al gate, scendiamo le scale mobili che dal livello partenze ci portano al mezzanino nel quale ci sono gli accessi ai finger ed entriamo nel finger. dalle finestre alla nostra sinistra possiamo vedere il bestione in tutta la sua maestosità.

Ci sono due entrate: il finger si sdoppia per consentire un accesso separato ai pezzenti della economy (quindi noi) e ai fighetti della business. Noi della economy dobbiamo percorrere qualche passo in più, superiamo l'entrata alla classe business e dopo una leggera curva a sinistra arriviamo alla porta dell'aereo. Un'altra assistente di volo ci dà il benvenuto, tanto per cominciare ad abituarci ai milioni di "benvenuto" che incasseremo nella nostra vacanza in Giappone.

Io so già dove andare, ho tediato il tipo del check-in per avere un posto nell'upper deck, quella specie di "olimpo" del viaggiatore di economy che vuole sentirsi un pò fighetto e viaggiare in quello che assomiglia meno ad un carro bestiame, ma che alla fine è sempre un carro bestiame ma più piccolo e silenzioso. La scala per l'upper deck è lì davanti a me, solo un pò a destra rispetto all'entrata, è impossibile non notarla all'istante e non devo neanche scomodare l'assistente di volo che comunque si prodigherebbe volentieri a indicarmela. Dalla mappina qui sopra si può vedere il percorso da fare, segnato in rosso. Non mi attardo neanche a sbirciare nella business: non ci sono gli Shell Flat Neo, i nuovi sedili business della JAL, esclusiva delle tratte americane (Chicago, Los Angeles, San Francisco e New York), e neanche gli allettanti sedili Shell Flat Seat, cioè la serie precedente, che saranno disponibili sui JL409/JL400 da Roma FCO e JL417/418 da Milano MXP solo dal 25 ottobre (qui i dettagli). La classe "C" del nostro JA8920 è equipaggiata con gli Skyluxe Seat. Per quanto riguarda l'economy, i sedili sono i soliti: scomodi, grigiastri e tristissimi, e come sul JA8921 dell'anno scorso sono equipaggiati con un vetusto sistema PTV modello MAGIC-1. Ma saliamo le scale e andiamo a prendere posto: il mio è il 76C, Davide ha il 76D...

La fila 76 sta proprio davanti alla agognata fila 77 (dannazione!!): dà le spalle allo spazio antistante le diagonalissime uscite di sicurezza dell'upper deck. Tralasciando gli indubbi e già citati vantaggi di stare nell'upper deck (spazio più "intimo", minore affollamento con solo 66 persone nel ponte, servizio più accurato con ben 2 assistenti di volo a gestire il ponte, e ben 2 servizi igienici a diposizione quasi sempre senza fila), il vantaggio principale della fila 76 è solo uno e non è trascurabile: l'assenza di passeggeri dietro di te, il che vuol dire niente calci o scossoni al tuo schienale, e la possibilità eventualmente di utilizzare lo spazio sotto la tua poltrona, oltrechè quello sotto la poltrona davanti alla tua, per riporre oggetti.

Ma c'è un prezzo da pagare: vedete questa fessura di forma rettangolare qui sopra? Sta sul soffitto, proprio sopra la fila 76, ed è uno dei due split di aria condizionata della sezione corridoio dell'upper deck: questo vuol dire GELO POLARE sopra le vostre teste per 12 ore. Davide, notoriamente sensibile all'aria condizionata, si è travestito da suora per gran parte del volo (indossava la coperta in dotazione sopra la testa, non l'ho fotografato per pietà), mi sembra che si sia fatto dare una seconda coperta e in più portava il giubbotto. Penso che, se si hanno Giapponesi dietro, e se i suddetti Giapponesi non hanno dei dannati bambini al seguito, le possibilità di avere scossoni al sedile siano praticamente nulle, e in un volo come il nostro la percentuale di Giapponesi era del 95% almeno: quindi penso di poter tranquillamente sconsigliare i posti corridoio della fila 76 (76C e 76D) agli individui sensibili all'aria condizionata.

(Foto by Dcassaa) E io? Diciamo che dopo un'estate di lavoro senz'aria condizionata ho provato un pò di piacere (non è vero, c'era un freddo cane ma questa è una piccola protesta personale verso la sciagurata società di gestione dell'aeroporto in cui lavoro...). Avevo una felpa, la coperta sulle gambe ma non ho mai indossato il giubbotto. In questa foto sono abbastanza energico (erano le prime ore. La tipa al mio fianco era già morta, mentre il fidanzato ancora resisteva comunque già ubriaco dei fumi del "sonno da mezzo di trasporto" tipico dei Giapponesi...

(Foto by Dcassaa) In fondo il volo è lungo oltre ogni immaginazione, siamo solo all'inizio...
Ma cominciamo a parlare del cibo: l'anno scorso (2008) subito dopo il decollo le assistenti di volo ci avevano servito uno snack e qualcosa da bere...

Ma quest'anno niente da fare, niente snack! Sarà forse un segno delle difficoltà economiche della JAL? Penso che gli snack fossero comunque disponibili verso poppa vicino alla galley, quella che loro chiamano "SKY OASIS".

Si passa direttamente alla cena: come al solito si poteva scegliere tra "carne" o "pesce", ma al contrario dell'anno scorso (2008), non si poteva scegliere il menù occidentale, ma solo quello Giapponese. Se sceglievi "carne", ti davano questo: nel piatto riscaldato c'era del pollo al カレー(Karee - Curry Giaponese) con riso bianco, 漬物(tsukemono) e piselli; a freddo i noodles di そば(Soba) da condire con la salsa per Soba fornita nella fialetta di plastica in dotazione, poi in alto a destra c'era un piattino con due fette di un dubbio salume, che non sono riuscito a capire nè ad apprezzare nonostante la buona volontà, il quale era servito con qualche pezzo di verdura vergognosamente ossidata. Assieme al pasto veniva servita una bibita, io ho preso il succo d'arancia. Le assistenti di volo sarebbero passate più tardi con caffè o the da versare nella tazza vuota. La cosa che non ho capito è quella micro-fetta (singola) di pane francese confezionato...

Facendo il confronto con il pasto equivalente del volo dell'anno scorso (2008), siamo in netta perdita: il piatto caldo conteneva un più abbondante quantitativo di carne, servita in due tipi diversi, e un discreto quantitativo di uova strapazzate sopra il riso, oltre al solito 漬物(tsukemono) arancione il cui gusto non guasta affatto. Al posto del "dubbio salume" c'era un più allettante salmone affumicato servito con burro (io lo adoro!), e c'era un piattino con una specie di deliziosa mousse zuccherosa alla fragola, dessert quest'anno purtroppo completamente assente a cena.

(Foto by Dcassaa) Ma cerchiamo di affrontare il lungo volo: Dopo la cena le assistenti di volo ci hanno dato la solita bottiglietta di acqua da 33cl. Come da consiglio del buon seaman mi sono munito di tappi per le orecchie, ma siccome odio qualsiasi cosa mi entri nell'orecchio, ho portato le cuffie Peltor che utilizzo a lavoro quando sono di servizio in piazzale aeromobili, abbattimento pazzesco del rumore! Ho preso una maschera per gli occhi e il cuscino a "U". Qui dovevo essere addormentato, come i miei due tranquilli compagni di viaggio nei sedili 76A e 76B.

Superata la Siberia, quando oltrepassiamo la città di Khabarovsk (forse nel mio personale immaginario la città in assoluto più lontana dal resto del mondo), a soli 30 km dalla Cina e stiamo per cominciare a sorvolare il Mar Del Giappone, ci servono la "colazione". Ecco Davide col suo Giubbotto e la faccia particolarmente allegra che ci mostra il ridottissimo spazio in cui bisogna pur passarle, quelle dannate 12 interminabili ore di volo...

La colazione era composta da: piatto caldo con homelette ripiena di roba tipo ketchup e formaggio (una roba da film horror), del prosciutto strano, delle patate strane e un pomodoro ciliegia. Poi un piattino con frutta pulita male, un succo di frutta confezionato di marca Italiana e un croissant confezionato. Non venivano servite bibite ma come prima le assistenti di volo passavano con caffè o the da versare nell'apposita tazzina.

L'anno scorso (2008), la schifezza nel patto caldo era una specie di salsiccia pre-arrostita (spero che quei segni di griglia non fossero stati fatto con un pennarello), delle patate a purè e delle crèpes salate sempre con roba tipo pomodoro in mezzo, e sopra una specie di mousse; c'era il croissant confezionato e la frutta mal tagliata. Veniva servita una bibita a scelta (qui il solito succo d'arancia) e non un succo di frutta confezionato, e pure una barretta di cioccolato Mars e uno Yogurt alla fragola. Diciamo che per gli amanti della colazione all'Italiana (dolce) c'era più da mangiare l'anno scorso.

E le assistenti di volo? Avevo delle aspettative a riguardo (leggi qui). Le due ragazze assegnate al nostro ponte si sono comportate bene, senza eccessi. Intendo dire che a parte l'aver dimenticato di sparecchiare la parte sinistra della nostra fila dalla cena, non hanno dimostrato nei confronti miei e di Davide un servizio eccessivamente diverso da quello riservato ai Giapponesi. Certo c'era sempre una certa differenza ma non era così marcata. Si sono impegnate a parlare inglese, ma c'era sempre quella voglia da parte loro di fuggire al più presto (quando la tipa mi ha chiesto se avessi bisogno o no della carta di sbarco, io non l'ho capita, ma lei ha fatto finta di capire che io non ne avessi bisogno e non me l'ha data andando via di fretta). Una delle due era una senpai, si capiva dai modi con cui trattava l'altra, che si chiamava Aoyama. La signorina Aoyama è stata bravissima: col sorriso sempre stampato sulle labbra camminava continuamente avanti e indietro per il corridoio pronta a servire chi ne avesse bisogno. Quando l'aereo ha fermato le ruote al parcheggio, una signora della fila 77 si è accorta di aver perso un orecchino: la senpai si è inginocchiata (per non dire distesa) per terra senza curarsi della sua bella divisa e ha contribuito alle ricerche, poi letteralmente smontando i sedili dai cuscini e dai rivestimenti, con tutte le 12 ore di lavoro alle spalle. In aerostazione, mentre facevo le mie solite riprese con la videocamera ho visto la senpai passare affianco a me: mi ha pure riconosciuto e salutato! Diciamo, tutto considerato, pace fatta con le assistenti di volo JAL, ma il servizio ricevuto sui voli ANA di questa vacanza oscura totalmente quello ricevuto sul voli JAL. Avrò modo di parlarne più in là.

(Picture from Airliners.net) Ma Narita si avvicina, avete compilato la carta di sbarco e la dichiarazione doganale? Bene, non perdetevi la prossima puntata!

lunedì 12 ottobre 2009

Volo JL0400-AZ7788 FCO-NRT, 20 settembre 2009, prima parte

Come da tradizione, anche quest'anno ho preso il JL-400, comprato come AZ7788 diretto da Roma-Fiumicino a Tokyo-Narita. La differenza principale è che questa volta era incredibilmente economico (andata JAL e ritorno effettuato con aeromobile Alitalia, solo 680 euro tutto tasse comprese).
Shiro-kun mostra orgoglioso la carta d'imbarco del suo primo volo in Giappone. Questa carta è costata almeno 45 minuti di fila: il check-in apriva diverse ore prima della partenza, e noi ci siamo avvicinati proprio all'apertura, per trovare l'amara sorpresa di centinaia di persone già in fila, e se non avessimo avuto l'intuizione di andare proprio in quel momento, saremo stati dietro le altre centinaia di persone che subito si sono messe in coda dietro di noi, cioè sterminati gruppi di giapponesi al seguito di strillanti e servizievoli guide turistiche. Il mio consiglio è di aspettare davanti al check-in prima che apra, per essere i primi e non fare alcuna fila.

Una delle strisce di stoffa messe a delimitare la fila era aperta, ho avvisato un'addetta alla sicurezza che era lì di guardia che con aria seccata ha tempestivamente provveduto a chiuderla: la fila però non si era scomposta e non c'erano stati "attacchi dai lati" come sarebbe tranquillamente avvenuto in una fila di Italiani. Anche questa volta le operazioni di check-in erano "scortate" da un gruppetto di addetti alla sicurezza con una da quella degli addetti ai varchi di controllo, gli stessi addetti che poi facevano il solito "end-search" farlocco al gate prima dell'imbarco; ad assistere le operazioni di check-in poi il solito addetto Giapponese di stanza a Roma, quello con quei strani capelli bianchi, e dei personaggi nuovi: delle signore in borghese con del cartellini aeroportuali rossi e dalle rozze maniere che parlavano qualche parola di Giapponese e facevano passare avanti a tutti gli altri i loro amici Italiani che partivano a Tokyo (classico vizietto Italiano): due di loro si sono messe pure a litigare e una ha detto all'altra: "sei qui da vent'anni e ancora non hai capito un cazzo" (parole testuali, urlate davanti a 300 persone in fila). Non mi stupisce, ma tanto me ne sto andando via da questo paese di merda, seppur per qualche settimana...

Al check-in, abbiamo trovato un addetto gentilissimo che ha persino assecondato le mie richieste per i posti. Purtroppo quando si viaggia coi Giapponesi bisogna fare i conti col loro vizio di prenotazione selvaggia e anticipatissima i gruppi avevano già i posti prenotati, e gli altri avevano già fatto la pre-assegnazione online, quindi non restava che prendere le solite briciole. La mia richiesta per i posti "A" e "C" delle file 63, 64, 65, 66, o dei posti "H" e "K" delle file 64, 65, 66 ( posti migliori su un 747-400 in quanto sedili disposti a coppie con spazio dalla parte del finestrino per allungare le gambe, e non i soliti blocchi da tre delle sedili ai lati della fusoliera), oltrechè di qualsiasi posto disponibile nella fila 77 (secondo me la fila migliore in assoluto nel 747-400 della JAL nell'allestimento "4" come descritto da seatguru-com, cioè la fila in corrispondenza dell'uscita di sicurezza nell'upper deck) era chiaramente snobbata. Il ripiego era "qualsiasi posto nell'upper deck", cioè nel ponte superiore del 747, che nella JAL è allestito in classe "Y" (Economy). L'impiegato in divisa Alitalia-Airport ci ha potuto offrire solo due posti corridoio nella stessa fila (quindi affiancati ma separati dal corridoio), la 76, quella che dà le spalle all'uscita di sicurezza, fantastica perchè non si ha nessuno dietro a scalciarti lo schienale, e abbiamo accettato: nell'upped deck si viaggia in una cabina meno affollata (come quella di un 737, con due colonne da tre e corridoio singolo, 66 persone servite da 2 assistenti di volo e due toilette a disposizione), e soprattutto nel punto più lontano dai motori, e davanti ad essi (viaggiando quasi a mach.1 lo stare davanti ai motori riduce il rumore). L'eccedenza di qualche chilo nel bagaglio non è stata considerata...

E questa è la tag che è stata applicata nel bagaglio. Dopo qualche ora di attesa siamo andati al terminal C, quello che si raggiunge col trenino automatico, con Alessio che ci ha accompagnato fino al solito gate C30 (e che ringrazio ancora infitamente per la compagnia) abbiamo subito voluto raggiungere la finestra per vedere la "balena bianca" che ci avrebbe (ri)portato in Giappone...

(Picture from Airliners-net) Eccolo, un Boeing 747-446, marche JA8920 (l'anno scorso era il JA8921), numero di matricola 27648, numero di linea 1253, ha volato per la prima volta il 5 agosto del 2000 ed è stato consegnato alla JAL il 17 agosto del 2000 (alla faccia della superstizione). Sotto le ali ha quattro turboventole ad alta diluizione con compressore e turbina a doppio stadio e connessione bi-albero General Electric GE CF6-80C2B1F. Ha 447 posti suddivisi in due classi (55 in business e 392 in economy) ed è certificato per la conduzione da parte di due piloti.

(Foto by Dcassaa) A Fiumicino parcheggia sempre nella stessa piazzola, proprio davanti al finestrone che sta davanti e leggermente a sinistra del gate C30, quando arrivi lì lo vedi mentre lo riforniscono di cibo e bagagli, ma fare foto è difficile in quanto l'inclinazione del vetro riflette il soffitto illuminato, ma Davide ci ha provato lo stesso...

(Foto by Dcassaa) Ogni volta mi stupisco di quanto sia grande, con quella colorazione completamente bianca poi le linee aggraziate del 747 sono ancora più gradevoli: lì dentro è territorio Giapponese, sento un non-so-chè di perfezione, gentilezza e pulizia dentro quel coso gigante, un'oasi nella maleducazione e nella sporcizia del posto che sto lasciando. abbiamo visto l'equipaggio salire dalla scaletta esterna del finger dopo aver consegnato il proprio bagaglio, erano tantissimi, e tranne i piloti erano tutte donne. Saranno state antipatiche anche questa volta? Al gate una delle assistenti di volo era presente per salutare i passeggeri addirittura prima che scendessero al livello del finger, già un buon segno. Non perdetevi la seconda parte!

Un appello alla JAL: Per favore non cancellate il JL400!!! Non lasciateci l'Alitalia come unica soluzione per un volo diretto dall'Italia al Giappone!

venerdì 9 ottobre 2009

セルリアンタワー東急ホテル (Cerulean Tower Tokyu Hotel): 2114号室からの夜景 (Panorami notturni dalla camera 2114)


Se non riuscite a vedere il video su questo blog, cliccate qui!!

Siamo al セルリアンタワー東急ホテル(Serurian Tawā Tōkyū hoteru - Cerulean Tower Tokyu Hotel) di 渋谷(Shibuya), l'albergo nel quale ho alloggiato durante le notti dei giorni 20, 21 e 22 agosto 2008 (clicca qui e qui per una piccola intro sull'hotel, qui e qui per i post fotografici, qui per i post video).

Riprese notturne dalla finestra della camera 2114. Il panorama è fantastico e si possono vedere molti luoghi d'interesse della città come la 東京タワー(Tōkyō tawā - Torre di Tokyo), nello 芝公園(Shiba Kōen - parco di Shiba), 港(Minato-ku - circoscrizione speciale di Minato); la 六本木ヒルズタワー(Roppongi Hiruzu Mori Tawa - Roppongi Hills Mori Tower), ovvero il quinto edificio più alto di 東京(Tōkyō) coi suoi 54 piani e 238 metri d'altezza e costruzione principale del lussuoso complesso 六本木ヒルズ(Roppongi Hiruzu - Roppongi Hills) nella circoscrizione di 六本木(Roppongi), sempre nella 港(Minato-ku - circoscrizione speciale di Minato); la ruota panoramica dell'isola artificiale di お台場(Odaiba), nella circoscrizione di 台場(Daiba), sempre nella 港(Minato-ku - circoscrizione speciale di Minato) e in generale tutta la spettacolare zona della 渋谷(Shibuya-eki - stazione di Shibuya), con il famoso incrocio 渋谷前(Shibuya-Eki mae), meglio conosciuto come Shibuya Crossing, sovrastato dal palazzo la cui facciata è il secondo schermo a led più grande del mondo, ovvero il Q-Front. A sud della stazione si può vedere il fermento dell'enorme complesso del capolinea della linea ferroviaria 東急東横(Tōkyū-Tōyoko-sen - Tokyu Toyoko line), cioè l'affollata linea che unisce 渋谷(Shibuya) a 横浜(Yokohama), l'enorme citta nella 神奈川(Kanagawa-ken - prefettura di Kanagawa). Se siete incuriositi dal treno che entra dentro il palazzo (circa 3'18" nel video), è un treno della 東京地下鉄銀座(Tōkyō Chikatetsu Ginza-sen - Tokyo Metro Ginza line), che proprio dentro uno di quei palazzi fa il capolinea al terzo piano del centro commerciale Tokyu.

Musica del gruppo Giapponese 陰陽座(Onmyouza), la canzone s'intitola 月(Tsuki-hime - La Principessa della Luna).

domenica 4 ottobre 2009

3 ottobre: Saitama, Narita-aeroporto; Roma-Fiumicino; Cagliari

Quanto odio l'ultimo giorno in Giappone: il cielo è semrpe coperto, ha sempre piovuto nell'ultimo giorno (tranne che ad Osaka nel 2007). Prendere il Limousine bus la mattina, raggiungere la stazione con la valigia pesante e quelle dannate rotelline che s'incastrano nelle piste tattili per ciechi...

Vedere il Giappone che ti sfila fuori dal finestrino, i ragazzini in divisa che vanno a scuola, gli impiegati che vanno a lavoro, gli anziani che curano l'orticello... e sapere che tutto sarà sempre e ancora lì ma senza di te...

Arrivare a Narita e prendere l'Alitalia. Al check-in c'era un'addetta alquanto poco cortese per gli standard Giapponesi, insisteva per farmi fare il transito a Fiumicino nonostante io avessi addirittura pagato di più per NON fare il transito a Fiumicino, ma prendere il bagaglio e fare nuovamente il check-in per evitare smarrimenti vari. Beh io ho sempre fatto così TUTTE le volte che sono andato in Giappone, nessuna esclusa, ma la tipa ha voluto la prenotazione per Cagliari e mi ha fatto il transito. Visto il nostro disappunto, in Giapponese ha detto "ve lo dovete mettere in testa che è impossibile non fare il transito", per fortuna Shiho apposta non ha tradotto perchè in quel caso l'avrei ammazzata (l'impiegata). La signorina indossava una divisa Alitalia, forse quando le hanno assunte le hanno sottoposte ad un corso apposta per adeguarsi agli standard di compagnia, e per diventare brusche e impazienti coi clienti.

Lasciare il Giappone per l'Italia mi lascia sempre quella brutta sensazione di lasciare un posto dove tutto accade, dove tutto è all'avanguardia, dove ti sembra di essere al centro del mondo, per tornare allo schifoso terzo mondo. Sempre mi chiedo se mai avrò di nuovo il privilegio e la fortuna di tornarci, sempre penso che magari non ci tornerò mai più, ma quest'anno è stata molto più dura, perchè Shiho ha lasciato lì i suoi genitori per tornare chissà quando. Al momento del distacco non si sono toccati tra di loro, nè baciati, nè abbracciati, come fanno i Giapponesi: lei al padre ha stretto la mano, mentre alla madre ha solo sfiorato la mano, ma quella tensione e quella tristezza del distacco, non so come, li ho sentiti tutti fino a dentro le ossa, pur essendo un estraneo alla famiglia. Il fratello addirittura non l'ha neanche salutata e si aggirava nervoso per il piazzale della stazione di Koshigaya, forse pensando a cosa dirle, ma non ce l'ha fatta, forse. Non hanno mai pianto, nè lei nè la mamma, a Narita, ma dopo aver superato i controlli, dietro alle vetrate ho visto Mie-san piangere, lontano dalla figlia, e Shiho pure, solo dopo essere sparita dalla vista della madre, è scoppiata a piangere. Mi ha detto di riportargliela il prima possibile, Mie-san, mentre Takashi-san mi ha chiesto di farla felice, lui che si taglierebbe un braccio pur di non separarsene. Gli amici che stanno lì mi hanno detto che dovrei sentirmi fortunato, per il fatto che abbiano accettato un gaijin per la figlia...

E' stata dura, davvero, questa volta, andare via.

E' stata in assoluto la vacanza migliore in Giappone. Bei posti, bella gente, e soprattutto lei sempre con me, senza dover andare a lavoro lì a Hiroo. E poi 2082 foto e 11 ore e 47 minuti di filmati sono pronti a documentare tutto, come al solito.

Otsukaresama deshita. E anche questa è andata, alla prossima, speriamo :)

venerdì 2 ottobre 2009

2 ottobre: Ikema-jima; Higashi-hennazaki; Miyako-aeroporto; Naha; Tokyo-Haneda; Saitama

Oggi gita a Ikema-jima (801 abitanti), l'isola più a nord dell'arcipelago di Miyako-jima. Questo è l'ufficio comunale dell'isola...

Questa è una spiaggia famosissima per lo snorkeling nel nord dell'isoletta...

Ecco dei Giapponesi che fanno snorkeling bardati come se dovessero fare un record di apnea...

L'isola è unita alla terraferma tramite il solito lunghissimo ponte-miracolo d'ingegneria, questo è il punto panoramico per osservare il ponte con dei negozietti e dei distributori automatici preziosissimi col caldo bastardo che c'era oggi...

Ecco il ponte e la piccolissima isola di Ogami-jima (50 abitanti)...

I pilastri entrano in profondità sotto-terra fino ad addirittura 25 metri, per poggiare sulla solida roccia anzichè sul corallo...

Vicino al ponte un altro nulla turchese...

Foto ricordo :)

Verso sud, la costa ovest è ripida e c'è una bellissima barriera corallina...

Ecco un dettaglio...

Siamo al capo Higashi-hennazaki, un chioschetto che vendeva porcherie ma era bellissimo da fotografare...

Il faro del promontorio...

Siamo tornati all'albergo a prendere le valige...

Poi a restituire la macchina alla Toyota...

E all'aeroporto di Miyako, per prendere il volo diretto a Naha...

Pranzo in un ristorante dell'aeroporto, questo è un Buta-kimuchi, un piatto Coreano a base di carne di maiale, servito con soba tipica di Miyako...

Il nostro aereo per Naha era un Boeing 737-700 della ANA, colorato d'oro anzichè di blu...

In volo verso Naha...

Durante il transito, Shiho pensa alle bellezze naturali che abbandoniamo su quell'isola...

Sul 777-200 per Tokyo, ci hanno assegnato alla fila davanti all'uscita di sicurezza, eravamo tenuti ad aiutare l'equipaggio in caso di emergenza!!

Poi in limousine bus da Haneda a Saitama, per fortuna la mamma di Shiho ci ha fatto trovare questo!! Domani sveglia presto per prendere il bus per Narita, si torna in Italia :(