domenica 28 novembre 2010

Friendly Airport Limousine Bus 成田空港から渋谷地区へ6。東関東自動車道2 (da Narita a Shibuya, parte sesta: l'autostrada del Kantō orientale, parte seconda)



Se non riuscite a vedere il video su questo blog, cliccate qui!!

Sesto video della sottoserie "Limousine-Bus", con la tag "Il video-automobilista in Giappone". L'unica anomalia per l'associazione con questa tag è che le riprese sono effettuate da un bus anzichè da un'automobile. Siamo partiti dal 成田国際空港(Narita Kokusai Kūkō - Aeroporto internazionale Narita) o com'era conosciuto fino al 2004, 東京国際空港成田(Shin-Tōkyō Kokusai Kūkō Narita - Nuovo aeroporto internazionale di Tokyo Narita)(RJAA/NRT), che si trova nella 千葉(Chiba-ken - prefettura di Chiba) per raggiungere uno degli hotel della 渋谷地区(Shibuya chi-ku - Area di Shibuya) o in inglese "Hotels in Shibuya area" con il servizio Friendly Airport Limousine Bus (qui il sito in inglese) che è forse l'alternativa più valida al treno per raggiungere 東京(Tōkyō) dai suoi aeroporti e viceversa.

Come detto qui sopra, il nostro bus è in servizio verso gli hotel della 渋谷地区(Shibuya chi-ku - Area di Shibuya), in particolare verso il セルリアンタワー東急ホテル(Serurian Tawā Tōkyū Hoteru - Cerulean Tower Tokyu Hotel) nella 桜丘(Sakuragaoka-chō - circoscrizione di Sakuragaoka), 渋谷(Shibuya-ku - circoscrizione speciale di Shibuya)(qui il biglietto scannerizzato, qui maggiori info sull'hotel).

(Sign from Wikipedia, source 道路標識、区画線及び道路標示に関する命令別表第2(国土交通省道路局)- フォント「GD-高速道路ゴシックJA(byぱんかれ)」の提供元, by Broad-Sky in Japan, font Font "GD-HighwayGothicJA" - pumpCurry in Japan) Nel quarto video avevamo lasciato il sedime aeroportuale di Narita per percorrere i quasi quattro chilometri della 新空港自動車道(Shin-Kūkō Jidōsha-dō - New Airport expressway)(wiki) che unisce proprio l'aeroporto con la 関東自動車道(Higashi Kantō Jidōsha-dō - Autostrada del Kanto orientale)(wiki), gestita dalla 東日本高速道路株式会社(Higashi Nippon Kōsoku-dōro Kabushiki Gaisha - East Nippon Expressway Company) conosciuta anche come NEXCO日本,(NEXCO Higashi Nippon - Nexco East Japan). Nel quinto video abbiamo imboccato l'autostrada in corrispondenza del 成田インターチェンジ(Narita intaachenji - Svincolo di Narita) al chilometro 43,9 e ci siamo diretti verso 東京(Tōkyō) fino approssimativamente alla zona della cittadina di 山王(Sannō), nella 佐倉(Sakura-shi - municipalità di Sakura), 千葉(Chiba-ken - prefettura di Chiba)...

(Screenshot from Google Maps) Questo video copre buona parte dei 18 chilometri (linea blu nella mappa qui sopra) che separano la zona della sopracitata cittadina di 山王(Sannō)(punto "A") dal 習志野本線料金所(Narashino hon-sen ryōkinjo - Casello principale di Narashino)(punto "B"), situato nel terzo distretto della circoscrizione di 香澄(Kasumi), nella 習志野(Narashino-shi - municipalità di Narashino), 千葉(Chiba-ken - prefettura di Chiba). Il quadrato rosso circoscrive approssimativamente il sedime aeroportuale di Narita, e a sinistra non è difficile vedere l'enormità della zona urbana di 東京(Tōkyō)...

(Screenshot from Google Maps) La stessa vista dal satellite...

(Screenshot from Google Maps) Una vista un pò più ravvicinata della zona del 習志野本線料金所(Narashino hon-sen ryōkinjo - Casello principale di Narashino): non è una zona particolarmente interessante, anche se a nord oltre quella striscia verde che altro non è che il 香澄公園(Kasumi Kōen - Parco di Kasumi) c'è la cittadina di Kasumi, che in pianta ricorda tantissimo le enormi e anonime cittadine americane fatte di case tutte uguali (anche se qui le case non sono proprio tutte uguali) e di strade tutte uguali.

L'autostrada e affiancata in entrambi i lati (nella mappa è disegnata in giallo) dalla 国道357号(Kokudō 357 dō - strada statale 357), che assieme alla 国道14号(Kokudō 14 dō - strada statale 14) e alla 国道16号(Kokudō 16 dō - strada statale 16) formano il 東京湾岸道路(Tōkyō Wangan Dōro), cioè il sistema di strade statali che affiancano il sistema di expressway che letteralmente circonda la baia di 東京(Tōkyō).

Per la precisione la 国道357号(Kokudō 357 dō - strada statale 357) o 湾岸道路(Wangan dōro - Wangan road) inizia a nord nella zona di 検見川(Kemigawa), 千葉(Chiba-ken - prefettura di Chiba), creando una diramazione dalla 国道14号(Kokudō 14 dō - strada statale 14) che si chiama anche 千葉街道(Chiba kaidō - Chiba Highway): prosegue affiancando la 関東自動車道(Higashi Kantō Jidōsha-dō - Autostrada del Kanto orientale) approssimativamente fino a 高谷(Koya) dove l'autostrada diventa l'expressway 首都高速道路湾岸線(Shuto Kōsoku dōro Wangan-sen - Metropolitan expressway, direttrice costiera della baia) o "Radiale B". La statale prosegue per 70 chilometri fino a 横須賀(Yokosuka).

(Screenshot from Google Maps) Ma ritorniamo al nostro casello di Narashino: a sud della strada passano i binari della 京葉(Keiyō-sen - Keiyo line), il cui servizio 各駅停車(Kakuekiteisha - locale) ferma nella vicina 習志野(Shin-Narashino-eki - stazione di Shin-Narashino). In questa stazione si ferma anche il convoglio in servizio 各駅停車(Kakuekiteisha - locale) della 武蔵野(Musashino-sen - Musashino line) in through service con la 京葉(Keiyō-sen - Keiyo line) dalla 西船橋(Nishi-Funabashi-eki - stazione di Nishi-Funabashi).

(Screenshot from Google Maps) Dando un'occhiata più ravvicinata al casello possiamo scorgere delle corsie blu, che si vedono molto chiaramente anche nel filmato visto che il bus ci passa sopra: sono le corsie dell'ETC, loro lo chiamano "itishii" ed è il "telepass" Giapponese: se mai vi capitasse di noleggiare un'auto in Giappone, quasi di sicuro avrà un trasmettitore ETC installato, se avete pure la tessera, vi basterà passare nelle corsie riservate per i pedaggi autostradali.

Purtroppo una buona parte del filmato è fuori fuoco, la mia videocamera non ha grandissime prestazioni in condizioni di luce scarsa e oltretutto mi sono dimenticato di bloccare l'autofocus... scusate :P

mercoledì 24 novembre 2010

20 ottobre: Saitama, Narita-aeroporto, Roma-Fiumicino, Cagliari. Arrivederci Giappone.

(Oggi 2 foto...)

Chissà perchè il giorno della partenza mi fa sempre schifo. Chissà perchè.

[
flashback a ieri sera e oltre]

L'ansia non mi ha mai abbandonato da ieri sera, quando preso dalla foga di preparare la valigia, ho passato
troppo poco tempo con Shiho. Avrei dovuto prepararla da qualche giorno prima, la valigia, oppure cominciare ad impostarne la preparazione, ma la mia pigrizia le mille cose da fare mi hanno portato come al solito ad essere quello dell'ultimo minuto.

Devo fare un sacco di cose, fare le foto dal palazzo, le foto all'ascensore, le foto all'androne, le foto ai dintorni, col cavalletto, di notte, fare le riprese dal palazzo, all'ascensore, all'androne, ai dintorni, col cavalletto, di notte, e questa casa che mi sembrava così incredibile quando sono arrivato mi è sembrata sempre più normale quando ci stavo e ora mi sembra di nuovo incredibile, e voglio fare un sacco di foto per ricordarla, ma c'è poca luce e devo usare il cavalletto, non c'è tempo. Sono proprio un pirla...

C'è poi la follia da impacchettamento ma è solo immaginaria, ma abbastanza reale da darmi preoccupazione ed ansia: potrei dimenticare qualcosa, ma poi penso che in realtà non c'è nulla di così fondamentalmente importante che valga la pena di curarsi di non dimenticare...

E' già l'una di notte, forse più tardi, domani mi sveglio alle 6, e Shiho già dorme. Anche stanotte ho fatto tardi, non mi sono addormentato con lei. Ho passato molte ore della maggior parte delle mie notti Giapponesi sveglio, a ridefinire e uploadare foto e a scrivere i diari di viaggio, e quando andavo a letto erano le 3 o le 4, e Shiho già dormiva. Pensavo, domani non lo scrivo il blog, domani non lo scrivo. Non ho mantenuto la promessa ed è già l'ultima notte.

(Foto by Shiho) Quando viaggio in Giappone sono una palla al piede a causa di questo cazzo di blog. Mille foto al giorno, mille filmati al giorno, conservare gli scontrini di tutto, appena si fa il check-in in albergo non si può toccare la stanza perchè Nicola deve fare il filmato e le foto, con poca luce, col cavalletto, e poi c'è il servizio fotografico e il filmato alla hall, agli esterni, poi al ristorante le foto alle pietanze che devono essere religiosamente fotografate prima di essere toccate, e poi le foto ai cessi, conservare le brochure di qualsiasi cosa e poi ogni notte fino alle 3 o alle 4 il post quotidiano.

Ma Shiho mi ha sempre sopportato e supportato stoicamente, anzi alla fine di ogni viaggio tira sempre fuori un mazzo di scontrini che non so come ha conservato al posto mio, per il blog.

Mi affaccio fuori dal palazzo, tra una foto e l'altra...

L'autunno Giapponese diventa sempre più freddo, i treni passano sempre, lunghissime linee di luce in mezzo al placido paesaggio urbano. L'aria è pulita, posso respirare bene. Ecco, di nuovo penso a quanto mi mancherà questo posto, a quanto poco tempo ho passato con Shiho e a quanto lei mi mancherà. La notte prima della partenza diventa la solita sinfonia dell'avrei potuto.

Avrei potuto scattare più foto (ma ne ho scattate 4594 (!!) ma so che quando farò i relativi post mi mancherà sempre uno scorcio...), avrei potuto girare più filmati (ho portato a casa 12 ore di filmati in HDV 1080i, ma è uguale), avrei potuto prendere quel cazzo di Thunder Dolphin a Suidobashi, invece di continuare a guardarlo atterrito come una mammoletta, avrei potuto svegliarmi più presto in alcuni giorni e magari andare a fare la spesa con la mamma di Shiho (ma quando mai mi ricapita di poter fare la spesa con una casalinga Giapponese in Giappone...), avrei potuto incontrare delle persone che invece non ho incontrato, avrei potuto vedere posti che non ho visto...

(Foto by Davide Cassanello) Avrei potuto scattare quella foto idiota che faceva ridere, avrei potuto farmi fotografare da Shiho in quella posa demente, avrei potuto non incazzarmi quella volta, avrei potuto sorridere sempre e godermi minuto per minuto, secondo per secondo ogni istante di questo lunghissimo mese che è volato via, inesorabilmente, visto che poi quando torno qui mi accorgo di essere stato in paradiso e di non essermene reso conto...

Guardo Giappone là fuori e ogni cosa ritorna ad essere "incredibile", la strada, i semafori, le strisce per terra, i lampioni... Come ogni "ultimo giorno" spero con tutte le mie forze che non sia l'ultimo della mia vita.

[
fine del flashback]

Ed è già giorno. Shiho è già in piedi che si fa bella, sono tutti già in piedi. Mi faccio la doccia, mi vesto, chiudo la valigia sicuro di dimenticare qualcosa, ma è solo la solita fissazione. Ed eccomi in strada. Con la mia valigia tengo un'andatura sostenuta perchè dobbiamo prendere il bus per l'aeroporto. Sono abituato a muovermi con "mezzi propri", in Italia, vista la completa inefficienza o meglio
inesistenza dei mezzi pubblici, e il sapere di dover prendere un mezzo pubblico che, sia che io ci sia o che non ci sia parte a quell'ora caschi il mondo, mi dà ansia. Il babbo di Shiho cammina davanti a noi, con la sua solita foga, come volesse sgomberare la strada da ogni ostacolo prima del nostro passaggio. Porta la bici al suo fianco, oggi andrà al lavoro in bicicletta.

[Questa foto risale alla partenza dell'anno scorso, ma tanto è uguale a quella di quest'anno: stesso bus, stesso luogo, stesse persone nelle stesse posizioni e con gli stessi atteggiamenti, c'era solo un pò più di caldo] Arriviamo davanti alla stazione, dove si ferma il Limousine Bus per Narita, e come d'incanto appare il fratello di Shiho, Kimimasa (quel tipo che nella foto qui sopra cammina dietro il padre di Shiho): l'avevamo lasciato a casa in pigiama, ed è già qui alla stazione, non so come fa ma ha questo dono, lui "appare" nei posti, come quando eravamo a Nikko ed è apparso all'improvviso, o quando eravamo a Ueno a mangiare il ramen. Lui è timido, e come l'anno scorso cammina a testa bassa, lontano da tutti, senza avvicinarsi.

[Idem come sopra] Il babbo di Shiho, Takashi, stacca dal suo zaino il nastro cartarinfrangente, quello che usa quando va in bici, me lo regala. Se potesse mi regalerebbe il mondo.

Shiho e la mamma salgono con noi sul bus, Kimimasa ci saluta a modo suo, mentre Takashi comincia a seguire il bus con la bicicletta. continua a salutare, e ci segue per diverse centinaia di metri, aiutato dai semafori. Mi dice di tornare, di tornare, pedala a più non posso per stare dietro il bus e saluta, dice di tornare.

Ti voglio bene, papà-san.

Stesso tragitto dell'anno scorso. Arriviamo alla stazione di Soka, per caricare altri viaggiatori. Ci sono sempre gli studenti in divisa che vanno a scuola, uomini e donne in abito che vanno al lavoro, le casalinghe affacciate al balcone che sbattono i futon. Quanto amo questo mondo, quanto mi fa male lasciarlo.

E all'aeroporto, sempre la solita storia. Odio il settore partenze del terminal 1 dell'aeroporto di Narita: superati i controlli di sicurezza si scende al piano inferiore, e chi ti ha accompagnato ti guarda scendere quelle scale mobili da dietro un vetro. Io le chiamo "
le scale mobili del pianto": da un lato ti aiutano perchè su una scala mobile materialmente non ti puoi soffermare all'infinito a salutare i tuoi cari, ma da un lato sono atroci perchè sono come una ghigliottina che inesorabile ti separa dal mondo che stai lasciando.

Quando nessuno di mia conoscenza mi vede più,
posso finalmente piangere.

E anche quest'anno arrivo all'immigrazione in lacrime. Dannato aeroporto...

Ah, ecco le uniche due foto che ho scattato oggi...

Il solito Boeing 777 Alitalia che mi riporterà a casa. "Ostuni", ma come cazzo si fa a chiamare un aereo "Ostuni"??

No scusate Ostuniesi, Ostuni è bellissima ma io sono incazzato, sto partendo.

Arrivederci Giappone, grazie ancora di tutto.

martedì 23 novembre 2010

19 ottobre: Aoyama, Omotesandō, Harajuku, Akasaka, Ginza, Saitama

(Oggi 69 foto...)

(Foto by Davide Cassanello) Ultimo giorno, depressione totale, vago per la città come uno zombie, pensando che "anche questa volta" sta per finire. Uno dei tanti corridoi della metro, dopo un mese mi sembrano così normali. E' strano come il tempo possa eliminare l'aggettivo "incredibile" anche dal Giappone. A volte penso che se ci vivessi, in Giappone, forse non riuscirei a fare un blog così malato come questo, perchè a lungo andare tutto mi sembrerebbe così "normale". Ma sto tornando, quindi, preparatevi alle solite menate di mappine, linee ferroviarie, modelli di treno e "cose incredibili".

(Foto by Davide Cassanello) Usciamo a "riveder le stelle" ad Aoyama: una giornata uggiosa d'autunno, il solito traffico e i soliti salaryman e OL (Office Ladies) che vanno in giro in pausa pranzo coi loro badge bene in vista. Oggi non abbiamo una meta precisa, ad essere sinceri...

(Foto by Davide Cassanello) Anche qui, come in qualsiasi altro posto in Giappone è cool dare nomi Italiani a negozi ed attività, questa è l'insegna di un parrucchiere (anche maschile...per questo è molto weird...)

(Foto by Davide Cassanello) Un mucchio di immondezza in mezzo alla strada? A Tokyo?? Ebbene si, poco prima del passaggio dell'eco-compattatore (TG1 docet) arriva un tipo che mette l'immondezza raccolta a mucchi nel marciapiede dalla sera prima in mezzo alla strada per consentire una raccolta più rapida...

(Foto by Davide Cassanello) Pranzo al ristorante tipico di Okinawa, dove abbiamo mangiato la soba tipica di Okinawa (questa ha la carne grassa di maiale)...

...e questa ha la carne grassissima di maiale...fantastici i surimi con la faccia di Shiisa, il leone portafortuna di Okinawa!

(Foto by Davide Cassanello) Dopo il pranzo abbiamo percorso pochi metri per raggiungere Omotesando: ecco una delle Giapponesi più fighe che abbia mai visto!! :D

(Foto by Davide Cassanello) Non mancano, e qui sono una costante, le macchine di lusso, come questa bellissima Nissan R-34...

Eravamo diretti al famosissimo Kiddy-Land di Omotesando, ma abbiamo scoperto che è stato spostato temporanetamente a Cat Street, una viuzzola nello splendido quartierino che si estende a sud del viale...

Qui è pieno di negozietti fantastici...

E c'è anche la sede temporanea di Kiddy-Land dove abbiamo comprato l'impossibile!!

Qui anche la scritta "stop" per terra ha un look ricercato, mitico...

Adoro il clima pacifico di questo quartierino, soprattutto se penso che a pochi metri c'è il teen-carnaio di Harajuku...

(Foto by Davide Cassanello) Una puntatina a Ginza al calar del sole, dove sotto l'orologio ci attendeva la mia sorellona Kazu-Zen, per l'ennesimo arrivederci. Grazie sorellona per gli splendidi momenti passati assieme, e soprattutto per avermi sopportato al museo della metro!! Ti voglio bene!!

Cena a Saitama in questo ristorante incredibile con la famiglia di Shiho...

Cibi incredibili, come questa gustosissima insalata che ha un tocco veramente di classe: l'uovo in camicia al centro...

Il solito immancabile Sashimi per me e Davide...

Carne tagliata in maniera incredibile...

E via a casa per preparare le valigie. Non ho resistito a non fotografare i paesaggi che per un mese mi hanno accompagnato, come il panorama dal palazzo dove vive Shiho...

Da qui, ogni sera rientrando a casa potevo vedere estendersi a perdita d'occhio sotto di me l'immensa prateria urbana della periferia nord di Tokyo...

Mi mancheranno gli Yakuza che il sabato sera (solo il sabato sera) facevano le sgommate proprio qui sotto, mi mancherà essere svegliato dal professore di educazione fisica della scuola qui sotto che urlava gli ordini col megafono agli alunni schiavizzati a quaranta gradi all'ombra, mi mancheranno i treni che, lunghissimi, attraversavano il paesaggio notturno illuminati come delle essenze geometriche. Mi mancherà la serenità di essere in un posto che adoro, circondato da gente che mi adora e che mi dimostra affetto a tonnellate. Il problema è che me ne accorgo sempre e solo quando torno qui a casa.

Abbiamo preso dei dolci alla pasticceria dell'ANA Intercontinental, ad Akasaka, Minato-ku. Al babbo di Shiho piacciono i dolci, e se li è proprio meritati: ogni giorno tornando a casa passava al supermercato per comprare una bottiglia di CC Lemon, per me, e sono andato via con la valigia piena dei suoi regali...

Ed ecco il dolce che ho scelto io, un'altra costante di questo viaggio: la cheese cake. Grazie di tutto. Domani si parte. Buonanotte.

venerdì 19 novembre 2010

Un header per nicolaingiappone #03: OniBaka

Ho avuto un'idea, un giorno: chiedere ad alcuni artisti, fotografi, designer, poeti etc. di fare un header per il mio blog, creato ognuno con l'arte propria dell'artista suo creatore e che s'ispirasse al blog stesso o al soggetto in questione, il Giappone.

OniBaka (con due maiuscole), al secolo Davide De Rose Veltri: illustratore, scultore, pittore, aspirante fumettista e soprattutto grande fan del Giappone.

Quello strano individuo che si prepara a colpirmi col mattarello mentre cerco di convincere Shiho a mangiare per la milionesima volta il sushi è uno dei suoi personaggi, il "demone dei fornelli", direttamente dal fumetto "Peperoncino Blues" da lui prodotto. Peperoncino Blues è una storia che raggruppa molteplici argomenti, tutti approcciati in maniera ironica e demenziale, quali la cucina e i combattimenti. La trama racconta di un piccolo ristorante italiano a Tokyo, appunto il Peperoncino Blues e del suo strambo chef, il piccolo Gualtiero Guazzabuglio (da tutti chiamato Gugu Chan per evidenti problemi a pronunciare il suo nome) e della sua scalata verso le vette della critica gastronomica nella megalopoli nipponica, nonchè della rivalità con un noto e arcigno cuoco giapponese di cucina tradizionale che si batte per lo stesso titolo di miglior chef di Tokyo.

Potete leggere di questo e di altri milioni di suoi progetti nel suo blog (www.onibaka-com) e nel blog del gruppo di fumettisti di cui fa parte, Fattore Manga.

Grazie Davide per il tuo contributo!


martedì 16 novembre 2010

18 ottobre: Shinjuku, Fuji-Yoshida (Yamanashi), Shinjuku

Continuiamo i diari di viaggio di nicolaingiappone trip 2010...questo pur essendo un diario di viaggio è anche un post "bonus" per contenuti dettagliati...

(Oggi 45 foto...)

(Foto by Davide Cassanello) E' mattina, siamo davanti allo Yodobashi Camera di Shinjuku, ho un sonno allucinante e un mal di pancia allucinante, e non è perchè ho mangiato male ieri...

...ma perchè oggi si affronta il diavolo in persona. Le montagne russe, la mia paura ancestrale fin da quando ero piccolo, ma oggi mi sono messo in testa di vincerla, questa paura, affrontandola nella maniera più diretta: andando al parco di divertimenti Fuji-Q Highland di Fuji-Yoshida, nella prefettura di Yamanashi. Prendiamo proprio dalla piccola stazione dei bus di Shinjuku questo bus griffato con le sembianze del diavolo, il terrificante roller-coaster "Eejanaika", il cuore mi batte a mille e i crampi alla pancia sono allucinanti...

Arrivati lì, la prima visione è questo mostro, è "solo" uno dei roller coaster più alti e veloci al mondo, il Fujiyama...

Ma addentriamoci nell'inferno :P

Il free-pass necessita di una tessera con foto, quindi giù nelle cabine a scattare delle foto-tessere orrende...

(Foto by Davide Cassanello) Che escono praticamente così, la faccia non si vede ma tanto non te la guarda nessuno ma ti prendono per il culo (sotto la foto c'è scritto "oh, che carino")

Decidiamo di scaldarci con questo "piccolo" roller coaster, alto si e no quanto un palazzo di tre piani, si chiama "Mad Mouse"...


(Video by Kengkards) Ecco un filmato esplicativo...

Decidiamo di affrontare subito il mostro, l'Eejanaika: l'ingresso non è tra i più rassicuranti...

Ma la fila è abbastanza lunga da spegnere ogni buon proposito e da far salire la tensione alle stelle...

Quasi 2 ore di fila, incredibile...

(Foto by Davide Cassanello) E il panorama che ci circonda non è tra i più rassicuranti, treni carichi di dannati passano sulle nostre teste...

Questo cartello ci informa del fatto che questo roller coaster detto "di quarta dimensione" è iscritto nel guinnes dei primati come roller coaster con il maggior numero di capovolgimenti al mondo, esattamente 14 volte a testa in giù lungo il tracciato di 1153 metri. Io aggiungo che è il roller coaster di questa tipologia più alto e più veloce e più lungo al mondo: altezza massima 76 metri, velocità max 126 chilometri/ora, la prima discesa ha una pendenza massima di 90 gradi, un giro dura circa un minuto dalla fine della salita e ha una capacità di circa 1000 passeggeri all'ora...

(Foto by Davide Cassanello) E' una vera e propria astronave, ti legano come su di un aereo da caccia e nel caso ti fanno togliere pure le scarpe...

Eccomi nel supplizio: Ero nella prima fila e non ho avuto il coraggio di aprire gli occhi per tutta la prima parte pregando che l'incubo finisse il più presto possibile...

Davide invece urlava come un ossesso...


(Video by Devin Crawford) Ecco un video girato non da me ma da un temerario che non so come è riuscito a tenere in mano un aggeggio per riprendere. Non so come abbia fatto perchè prima della partenza ti controllano molto accuratamente...

Abbiamo finito la corsa e mi sono ritrovato ad urlare, urlare di gioia per 2 motivi principali:

1) Ero ancora vivo e tutto intero.
2) E' stata una delle esperienze più intense e irripetibili della mia vita, e mi sento veramente orgoglioso di me stesso ad aver avuto il coraggio di farlo. Primo demone sconfitto!!

Guardate la grandezza delle persone rispetto all'immensità del tracciato, cose veramente incredibili!!

(Foto by Davide Cassanello) Ma non era finita: ci aspettava il principe dei roller coaster di tipologia classica: il Fujiyama...

Nel 1997 fu iscritto nel guinnes dei primati come il più alto roller coaster al mondo, coi suoi 79 metri (un palazzo di 26 piani). Ora mi sembra che sia comunque tra i primi dieci più alti...


(Video by challengemania7yas) Ecco un video on-board in HD del tracciato. Cose da pazzi...


(Video by dapherneer) Ed ecco cosa succede ad un tipo che prova a fare Karaoke a bordo...

Ed eccomi (giacca grigia) alla prima discesa, di soli 70 metri con una velocità di 130km/h...divertentissimo e meno pauroso dell'Eejanaika, ma mooolto più lungo (il tracciato è lungo più di 2 chilometri).

E dopo è arrivato il turno del missile, il Dodonpa. Quasi 3 ore di interminabile fila.

Un pò di dati: Velocità max 172 chilometri/ora, lunghezza 1189 metri, durata 60 secondi, massima accelerazione (alla base della torre) 4,25G, punto più alto 52 metri, massimo angolo di caduta 90 gradi. E' il terzo roller coaster più veloce al mondo e detiene il primato di roller coaster con l'accelerazione più intensa al mondo, da 0 a 172 chilometri/ora in 1,8 secondi. L'accelerazione è allucinante, davvero indescrivibile, paragonabile all'accelerazione subita da un aereo da caccia lanciato da una portaerei (il sistema è molto simile, il roller coaster utilizza una catapulta ad aria compressa, la portaerei una catapulta a vapore)...


(Video by purplefinale, uno dei maggiori otaku di roller coaster in Giappone, nel suo canale ci sono TUTTI i roller coaster del Giappone ripresi onboard) Ecco un video che comunque non rende l'accelerazione, ma dimostra la geometria del tracciato.

Ormai, da roller coaster riders scafati potevamo permetterci anche un sorriso...

E la giornata passata a fare file si è conclusa con un mio furtivo bliz solitario (dovevo mantenere una promessa) allo stand Evangelion World proprio in orario di chiusura...

Vedere un EVA a grandezza naturale immerso nella bachelite non ha prezzo...

C'era tra le tantissime attrazioni anche un entry-plug di un EVA...

Questa foto mi è costata 1000 yen, ma quando mai potrò farmi fotografare dentro l'entry plug di un EVA??

Il resto è storia. Non siamo riusciti a vedere l'attrazione dell'ospedale degli orrori, ispirata a Resident Evil e a Silent Hill, due blockbuster videoludici. Ritorno a Tokyo addormentato come un ghiro, un saluto agli amici fotografi di Davide davanti all'uscita est della stazione di Shinjuku e poi dritti a casa a mangiare un ottimo curry Giapponese.