Lo diceva mia nonna buon'anima annunciando catastrofi, inondazioni, tragedie dopo aver visto la nuvoletta nera sopra la Sardegna nelle previsioni del tempo. Poi sbirciava fuori dalla finestra e guardava il cielo limpido, e corrugando la fronte con fare da esperta e col ghigno di chi è a conoscenza cose incredibili che gli altri ancora non sanno diceva: "mmmh, si avvicina un temporale". A chi le rispondeva: "ma no guarda il cielo, non c'è una nuvola", lei controbatteva in tono solenne: "L'ha detto il televisore".
Ebbene si, noi Italiani, un popolo di babbei tele-lobotomizzati e informaticamente-arretrati, dipendiamo in larga parte dalla TV per l'informazione, e in minor parte dai quotidiani, perchè si sa leggere è lungo, difficile, noioso (e a volte è proprio meglio astenersi anche dalla lettura di questi ultimi), e tutto quello che esce dallo schermo diventa verità, necessità.
Questo implica il fatto che in Italia sia possibile effettuare delle operazioni televisive o editoriali che riescano a deviare con un certo successo il modo di pensare dei telespettatori e dei lettori sottoposti ad esse. Bisogna anche dire che essendo quella occidentale una società affamata di tragedie e catastrofi, di lacrime e sangue, più la notizia è drammatica più è bramosamente seguita: chiedere "sente la mancanza di suo figlio?" a chi ha appena perso un figlio, sono cose a cui siamo abituati ma per questo non meno abominevoli. E' necessario poi precisare che noi Italiani ci immedesimiamo a tal punto negli avvenimenti da diventarne esperti: ai mondiali siamo tutti allenatori, ai processi siamo tutti giudici, nei casi di omicidio intricati siamo tutti esperti investigatori, all'Aquila eravamo tutti terremotati e soccorritori...
Ora: c'è stata una grave catastrofe, il più forte terremoto della storia del Giappone, tanto grave che non se ne vedevano di così gravi almeno dallo tsunami del 2004 nell'Oceano Indiano. Sangue, morti, disperazione e lacrime, copertura massiccia dei media sull'evento, prime pagine ed edizioni straordinarie. Prima appena sentivo "Giappone" alla TV saltavo sulla sedia, ora ne sono quasi nauseato. Tutto giornalisticamente prevedibile fino a che non si scopre che la centrale nucleare di Fukushima è in difficoltà.
Copertura isterica su Fukushima, i telegiornali, i giornali, le testate online mostrano le riprese fatte coi teleobbiettivi sul complesso, e parlare di disastro sembra il minimo, diamine bisogna fare audience e bisogna vendere un po' di morte stampata al giorno! Passano i giorni e le notizie di incendi ed esplosioni ai reattori si accavallano e la situazione sfugge un po' di mano per i seguenti motivi:
Stampa internazionale e online - La maggior parte dei giornali stranieri continua con la linea catastrofista e sensazionalista per sfamare un'audience drogata di morte. Qui c'è il "muro della vergogna" della stampa internazionale: gli articoli più tendenziosi e falsi apparsi qua e là commentati e linkati (in inglese). Facinorosi e perdigiorno mettono in giro notizie false e tendenziose, catene di Sant'Antonio: Facebook, voce libera e fuori da dinamiche politiche o economiche ma anche covo di milioni di idioti è il baluardo di questa corrente anomala, e come benzina che prende fuoco si scatenano i link tendenziosi, le informazioni errate. La stampa incapace di stare al passo copia e attinge convulsamente dalle fonti non controllate facendo vero e proprio terrorismo mediatico.
Stampa Italiana di sinistra - In Italia, il movimento ecologista rappresentato perlopiù dai giornali schierati a sinistra e dalla relativa parte politica trova (non gli sarà sembrato vero) sulla pelle dei Giapponesi morti annegati, sul coraggio degli eroici operai della TEPCO e sulle paure dei turisti e degli Italiani residenti in Giappone l'occasione di dare una fortissima spallata alla politica nucleare nell'agenda del governo attualmente in carica: l'assoluta nullità del potere politico dell'attuale opposizione trova così un facile pretesto per contrastare la follia atomica dei "Berluschini" e picchia duro dalle colonne delle maggiori testate giornalistiche e dagli schermi televisivi. E' un attacco senza esclusione di colpi e di esagerazioni.
Stampa Italiana di destra - I giornali e telegiornali schierati a destra, dopo aver somministrato anche loro la solita dose di sangue e lacrime, hanno una battuta d'arresto e si accorgono del misfatto: hanno anche loro contribuito a distruggere in pochi giorni il lavoro che il Capo ha alacremente portato avanti per anni, cioè inculcare di nuovo l'idea del nucleare nella testa degli Italiani. Spuntano allora i nuclearisti convinti che si affrettano in maniera ridicola a dichiarare di poco conto il problema Giapponese, "Libero" e "Il Giornale" hanno un momento di lucidità e parlano di complotto antinucleare, solo quei dementi di "Studio Aperto" continuano a picchiare schifosamente duro mettendo in onda servizi di questo genere...
In sottofondo, tutto è permeato di una scarsa o nulla conoscenza del paese di cui si parla, delle sue usanze, ma approfondiremo questo tema nei prossimi post.
Conosco bene la stampa, lavoro in un aeroporto e sono in grado di valutare le notizie che lo riguardano rispetto ai fatti realmente accaduti: la maggior parte delle volte, ad esempio, in cui leggo un articolo che riguarda il mio luogo di lavoro, noto (quando quest'articolo non è una ripicca politica di questo o dell'altro signorotto da parte di un giornalista connivente) una scarsissima conoscenza da parte di chi scrive dell'argomento in tema, e una deriva sempre catastrofista nel testo in questione (esempio: titolo "Sfiorata tragedia sulla pista di decollo"; realtà: due aerei hanno raggiunto un incrocio comune in una via di rullaggio, e uno ha dato la precedenza all'altro. Non c'è stata alcuna sfiorata tragedia, solo un inconveniente, e non era la pista di decollo ma la via di rullaggio).
Tutto questo si trasforma in "Psicosi". Io sono assolutamente schierato contro il nucleare ma questa campagna mi ha danneggiato: avere i miei cari e i miei amici lì in Giappone ha significato un forte stress emotivo, prolungato per giorni e giorni e accentuato dalle continue chiamate di parenti ed amici che giustamente chiedono notizie, dalle continue domande da parte dei colleghi, degli amici e dei conoscenti che incontro per strada alle quali alla fine ho imparato a dare sempre la stessa meccanica riposta.
E' ora di dire le cose come stanno. Dal prossimo post (già pronto e come al solito chilometrico) analizzerò i fatti più celebri di questa situazione uno per uno, smentendo le notizie tendenziose e riportando i fatti secondo la reale descrizione e testimonianza di chi li ha vissuti sulla propria pelle.
(continua...)