martedì 10 novembre 2009

I lati oscuri del Giappone: intervista sulla discriminazione verso gli 在日 (Zainichi) Coreani ed i loro discendenti [UPDATED]

Non vorrei dilungarmi più di tanto nell'argomento in sè, ma dirò solo due cose: ho scoperto per la prima volta questo fenomeno guardando sul blog di un amico americano che vive in Giappone un video da lui stesso girato, che inquadra un gruppo di 右翼団体(Uyoku Dantai - Gruppi di estrema destra), cioè di fascisti Giapponesi, che inveisce contro dei Coreani che hanno comprato una casa a Tokyo. Ho poi visto un film intitolato "Go", da me recensito qui, che parla della difficile vita di un ragazzo nato in Giappone da genitori Coreani. I Coreani residenti in Giappone sono chiamati 在日(Zainichi) o "residenti speciali": se ne parla molto nel cinema, nella letteratura, nella fumettistica e nell'animazione Giapponese, e avvicinandosi a queste opere si può capire che sono emarginati, perseguitati e vittime di feroce razzismo.

Ho sempre avuto notizia di questo, come di altri lati "oscuri" della società Giapponese solo per "sentito dire". So che i Giapponesi non sono perfetti, so che il Giappone non è un paese perfetto, ma conoscendo un pò di queste realtà ci sarebbe davvero da essere allarmati. Non conto più le mail di ragazzi e ragazze che mi scrivono esprimendomi il forte desiderio di trasferirsi in Giappone per iniziare una nuova vita in un paese che reputano perfetto, pulito e felice, un paese da sogno. Ho deciso perciò di aprire questa nuova rubrica del blog, che sarà identificata dalla tag "Lati Oscuri Del Giappone", con la quale voglio approfondire quelle tematiche che ritengo allarmanti nella società Giapponese, conosciute attraverso film e letteratura, che verranno approfondite esclusivamente dalla voce dei Giapponesi stessi, da me intervistati.

La prima di queste mie inchieste è nata in maniera estremamente fortuita: ho conosciuto una lettrice del mio blog, che vive a Tokyo, da qualche parte nella giungla urbana della 杉並(Suginami-ku - circoscrizione speciale di Suginami), una delle circoscrizioni speciali periferiche occidentali della metropoli nipponica. Si chiama 麗花(Refua), è una bella ragazza di 20 anni che studia all'università di lingua inglese e lavora partime in un negozio d'abbigliamento. Refua si definisce "mezzo Coreana e mezzo Giapponese", perchè suo padre è Coreano e sua madre Giapponese. Il suo nome è Coreano (anche in Corea utilizzano gli ideogrammi, anche se in maniera estremamente limitata). La foto qui sopra è un autoscatto di Refua che indossa il Kimono tradizionale Coreano.

Refua ha accettato di rispondere alle mie domande sulla discriminazione da parte dei Giapponesi verso i Coreani e i loro discendenti residenti in Giappone. Refua ha parlato della sua vita, e di quello che ha passato a causa delle sue origini. Le domande sono molte, l'intervista è abbastanza lunga, ma vale la pena leggerla perchè è davvero bellissima ed interessante. Refua è una ragazza fortissima e solare, per me è un grande esempio di tenacia e voglia di vivere. Penso non esista modo migliore di parlare di questo argomento, se non facendolo con qualcuno come lei!
Intervista:
1a. Presentati!
"Mi chiamo 麗花(Refua), ho 20 anni, Sono nata in Giappone, nella 滋賀(Shiga-kenprefettura di Shiga), famosa per ospitare nel suo territorio il più grande lago del Giappone, il 琵琶(Biwa-ko - lago Biwa). E' vicino a Kyoto, anche se Kyoto è più famosa!! Studio all'università, al terzo anno della facoltà d'inglese. Mio padre è Coreano e mia madre è Giapponese, quindi sono "metà e metà". Sono alta 173 cm, non so ma mio padre non è molto alto, e mia madre è alta 165cm....quindi penso che il gene della mia statura sia Coreano..."
1b. Com'é composta la tua famiglia?
"Da mio padre che ha 50 anni, mia madre che ne ha 48, da me che ne ho 20, mio fratello che ne ha 19 e mia sorella che ne ha 14."
1c. Tuo padre é nato in Corea o anche lui é nato in Giappone da genitori Coreani?
"E' nato in Giappone da genitori Coreani."
1d. É stata dura per lui cominciare una nuova vita in Giappone, metter su famiglia, avviare una professione? Se si, pensi che l'essere di origini Coreane sia stato un elemento di difficoltá in più per lui?
"Me ne ha parlato un sacco quando ero piccola, e ancora adesso qualche volta ne parla. E' stata durissima per lui. Quando era ragazzino, il giappone non era così internazionalizzato e la vita per quelli come lui era molto dura. I Giapponesi poi non sono come i Coreani: alcuni sono gentili, ma soprattutto gli anziani non accettano gli stranieri Coreani..."
1e. Com'é la situazione professionale per lui ora?
"E' un dottore, ma non voleva diventarlo da ragazzino: quando era uno studente di scuola superiore, arrivò il momento per lui di decidere quale lavoro avrebbe fatto "da grande", cioè quale sarebbe stato il suo futuro. Così disse al suo insegnante che avrebbe voluto fare l'autista o il pilota di aerei: voleva fare cose di questo genere, ma il professore gli disse che non poteva, perchè non è Giapponese! Sarebbe stata estremamente dura per lui fare un lavoro di quel tipo. Gli venne detto che la cosa migliore per lui sarebbe stata diventare un dottore!! Così "decise" di diventare un dottore. Beh se non fosse stato veramente intelligente non avrebbe mai potuto intraprendere neanche quella carriera, perchè è estremamente impegnativo diventare un dottore, ma ebbe un ottimo punteggio agli esami di ammissione e così ebbe accesso all'università di medicina."
1f. É stato difficile per tua madre, che é Giapponese, avere un fidanzato e poi un marito Coreano? In particolare, i suoi genitori hanno accettato di buon grado la loro relazione?
"I genitori di mia madre hanno accettato la loro relazione perchè lui aveva una buona educazione e perchè aveva un buon lavoro. Penso che se fosse stato un lavoratore qualunque...... penso che sarebbe stato oggetto di una maggiore discriminazione. I miei nonni pensavano solo alla felicità della loro figlia, e così il fatto che mio padre contribuisse in maniera significativa alla crescita del paese pagando le tasse e altre cose di questo genere hanno fatto si che venisse accettato."
1g. Tua madre ha mai subito discriminazioni o avuto problemi di qualsiasi genere derivanti dall'avere un fidanzato e poi un marito Coreano?
"No, mai, perchè mio padre è un dottore: in Giappone essere dottore o avvocato significa avere un lavoro di prima classe, quindi nessuno ha preso di mira mia madre. In effetti quando lei dice che suo marito è Coreano, la gente rimane attonita... ma dopo che parla del suo lavoro il loro comportamento cambia radicalmente!!"
2. Una delle prime volte che ci siamo sentiti (e leggendo la tua risposta alla domanda 1a), presentandoti mi hai detto di essere "mezzo Giapponese e mezzo Coreana": eppure tu sei nata in Giappone, parli il Giapponese e non sai neanche una parola di Coreano, dovresti essere a tutti gli effetti una Giapponese! Eppure hai subito puntualizzato di essere una "mezzosangue". La domanda é questa: da cosa é spinto questo puntualizzare le tue origini ad un nuovo conoscente? Provo a fare delle ipotesi:
- Odi il Giappone e vuoi in qualche modo dissociarti da una cultura o da una società alle quali senti di non appartenere?
- Forse la societá in cui vivi, quella Giapponese, ritiene essenziale separare il diverso, e quindi ti senti in dovere, oppure é un'abitudine quella di precisare il tuo stato di mezzo-Giapponese?
- Ritieni magari che la cultura Coreana sia superiore e quindi vuoi distinguerti in meglio?
"Vediamo.... voglio essere orgogliosa di me stessa, amo il Giappone ed amo la Corea, e voglio rispettare entrambi i paesi. Per questo non ho detto nè di essere Giapponese, nè di essere Coreana, perchè devo la mia nascita ad un padre Coreano e ad una madre Giapponese. La mia nazionalità è Giapponese, ma davvero non voglio essere messa nelle condizioni di scegliere da quale parte stare: è come se qualcuno mi chiedesse se io preferisca la mamma o il papà, e davvero non posso scegliere.... così dico di essere "metà e metà". Si, lo so, non conosco una parola di Coreano oltre al mio nome, ma ho sia una mentalità Coreana che una mentalità Giapponese.... capisci?? Sono più passionale di una Giapponese, forse le mie origini mi hanno resa più forte, e questo crea delle reazioni abbastanza evidenti nelle persone che mi circondano..."
3a. C'é una vasta letteratura riguardo i figli di Coreani che vivono in Giappone: manga, libri, film. Avvicinandosi a questo topic, si può capire che la vita per un Coreano o per il figlio di un Coreano pur se nato in Giappone non sia facile: questo corrisponde a realtá?
"Si è vero. Non è affatto facile: è estremamente difficile ma negli ultimi tempi la situazione è migliorata."
3b. In cosa consiste la difficoltá di vivere in Giappone per un Coreano o per il figlio di un Coreano?
"Dunque, diciamo che oramai i matrimoni misti tra Giapponesi e Coreani sono abbastanza tollerati, ma se una donna Giapponese vuole sposare un uomo Coreano, comunque i suoi genitori si preoccupano della nazionalità del suo futuro marito. Non è una cosa buona. Mio nonno materno mi ha parlato di questo: quando seppe dell'intenzione di mia madre e mio padre di convolare a nozze si preoccupò della nazionalità di mio padre e si preoccupò del futuro di noi, che saremo stati i loro figli: ma mio padre è un dottore e ha un discreto stipendio, quindi mio nonno non ebbe alcuna difficoltà ad accettare il loro matrimonio. Se mio padre fosse stato una persona normale, non sarebbe stato accettato per sposare mia madre. E' davvero dura, non basta essere brave persone ed amare i propri figli... ma devo molto a mio padre. Lui è Coreano ma non ha un lavoro comune, è un dottore specializzato, quindi ogni volta che sono stata oggetto di bullismo e maltrattamenti da parte dei Giapponesi, ho sempre cercato di pensare "Sono forte"!! "Sono forte"!! "Non essere triste Refua"... Mio padre non è un criminale, si impegna al massimo nel suo lavoro e rende orgogliosa la sua famiglia!!! "Non piangere Refua"!!! Non mi sono mai nascosta e ho sempre detto a tutti di essere mezzo Coreana ma non ho mai fatto nulla di male!!! "State lontani da me"!!!"
3c. Hai mai avuto problemi personali, avvenimenti di carattere sgradevole derivanti dall'essere figlia di un Coreano?
"Si, ne ho avuti. Il mio nome non è Giapponese e tutti se ne preoccupano. Ho imparato a scriverlo in ideogrammi e tutti mi chiedevano perchè mi chiamassi in quel modo. Ero così confusa e non potevo dare delle spiegazioni esaurienti in merito perchè ero solo una bambina, ma sapevo di non essere Giapponese: mio nonno paterno ha scelto il mio nome. Quando ero bambina odiavo profondamente il mio nome, ho sempre chiesto ai miei genitori di cambiarlo perchè ogni volta che mi presentavo la gente chiedeva "perchè-perchè-perchè". Era troppo per me, non potevo sopportarlo, quindi non desideravo altro che avere un nome normale. Ma ora sono felice, sono orgogliosa del mio nome, nessuno si chiama come me, il mio nome è speciale!!! Significa "Bellissimo Fiore". Ora che ho 20 anni sono conscia del significato del mio nome: penso di avere un nome bellissimo quindi devo essere all'altezza del mio nome, devo avere la stessa forza del mio nome e devo vivere con velicità!!! Non mi sono mai piaciuta, ma mio nonno che ora è in cielo mi ha chiamata così: voleva che fossi orgogliosa di me stessa e della mia bellezza e che crescessi bene, mi diceva sempre di crescere con una bella anima. Così mi impegno sempre al massimo per essere una persona buona e gentile, per onorare il nome che mi fu dato dal nonno."
3d. In particolare. sei mai stata discriminata da parte dei tuoi professori di scuola a causa delle tue origini?
"No, ma qualche volta ci sono state delle incomprensioni. Quasi nessuno può leggere gli ideogrammi del mio nome così devo sempre spiegarlo: "no , non è corretto, la lettura corretta è questa..": qualche volta capiscono alla prima spiegazione, ma di solito non capiscono e devo spiegare molte volte. E' una cosa che mi fa adirare profondamente!! Dico, quante volte devo spiegarlo?? Quante volte devo insegnare loro la lettura del mio nome... Qualche volta ho pensato che ai miei professori non importasse del mio nome."
3e. Hai mai avuto difficoltá a trovare lavoro a causa delle tue origini?
"haha, beh si. Alcune compagnie odiano i Coreani, vogliono solo "puri Giapponesi"!! Ma sai, io sono alta, e lavoro partime in un negozio di abbigliamento. Forse la compagnia per cui lavoro non ama i Coreani, ma forse cercavano delle commesse alte... in Giappone poche ragazze sono alte. Così ora vendo un sacco di Jeans e di abiti! Quando sono a lavoro e indosso dei capi, la gente mi chiede di che marca sono i miei jeans, a me stanno bene e li vogliono anche loro!! E' triste ma è tutto vero, non è facile per noi trovare lavoro, ma almeno è più facile di com'era in passato, quando mio padre era bambino."
3f. Hai mai avuto la necessitá oggettiva di nascondere o non dichiarare le tue origini?
"No. Beh, alcuni Coreani cambiano il nome e mascherano il loro stile di vita, ma penso sia una cosa così brutta. Non l'ho mai fatto, voglio essere orgogliosa di me stessa!!!"
3g. Sei orgogliosa delle tue origini?
"Si, certo!! Grazie mamma e papà!!! Quando ero bambina odiavo profondamente me stessa, ma ora ne sono molto orgogliosa. Mi piace! Il mio viso non ha tratti Giapponesi. il mio aspetto, le mie guancie, sono Coreane! Un giorno un vecchietto mi disse che avevo la faccia che assomigliava ad un onigiri!! Beh penso sia perchè le mie guance sono diverse rispetto a quelle delle Giapponesi. Non mi piace... ma lo accetto. Penso di aver preso da mio padre..."
4a. I Coreani residenti in Giappone hanno un trattamento particolare all'immigrazione? Possiedono un passaporto? Devono anche loro lasciare le impronte digitali all'ingresso in frontiera?
"Penso di no, mio padre comunque è di nazionalità Coreana e ha un passaporto Coreano."
4b. I figli dei Coreani residenti in Giappone sono considerati Giapponesi alla frontiera? Oppure c'é un trattamento particolare anche per loro? Nel tuo passaporto ci sono riferimenti di qualche genere riguardo le tue origini?
"nonono!!! Mia madre comunque è Giapponese quindi non ci sono problemi. In effetti non so... cosa sarebbe accaduto se sia la mamma che il papà fossero stati Coreani. Ma nel mio caso mia madre è Giapponese quindi la mia nazionalità è Giapponese."
5a. Sei mai stata discriminata dai tuoi coetanei?
"Io sono una persona pacifica e questa è una cosa che odio. Cerco sempre di aiutare quelli che si trovano nella mia stessa situazione. E' così brutto essere discriminati. Penso che chi si renda protagonista di un tale atto meschino sia poco intelligente o non abbia ricevuto una buona educazione. Non sono cosmopoliti, pensano solo alla loro triste e ristretta visione della realtà... se qualcuno mi fa una cosa del genere, non gli rivolgo più la parola. Una volta ho avuto un episodio di questo genere: ero sul bus e tornavo dall'università, e una tipa mi chiese: "Ehi, sei per caso Coreana"??? Così le spiegai di essere per metà Coreana e per metà Giapponese, e lei mi disse "Bene, per fortuna non hai la faccia da Coreana, buon per te!!". Mi adirai ma lasciai correre... accadde questo, tutti nel bus ci guardavano ma anche gli altri passeggeri pesavano che quella donna fosse estremamente maleducata, ho provato pena per lei... davvero una grande pena... riesce solo a pensare in quella maniera barbara... かわいそう(kawaisou - che pena mi fa)."
5b. Ricordo un film in cui il protagonista, un mezzo-coreano, nasconde la sua origine per vergogna. Lo scoprire delle sue origini poi da parte delle persone che lo circondano, lo porta ad essere emarginato. Ricordo, nel film, la sua ragazza che prima di lasciarlo gli dice, imbarazzata, che é "sporco dentro", e non riesce neppure a toccarlo. Hai mai avuto problemi causati dal tuo essere mezzo Coreana, ad intrattenere relazioni sentimentali coi ragazzi Giapponesi?
"No, mai. Ho sempre avuto dei fidanzati gentili e in grado di capire le persone. Ho avuto delle relazioni con dei Giapponesi, ma nella mia vita ho avuto più ragazzi stranieri che Giapponesi."
6a. Perché i Giapponesi hanno tanti problemi coi Coreani? Forse i problemi derivano dai passati di guerra tra i due paesi?
"Si, forse sono problemi che si trascinano dalla guerra..."
Fine.
Ho tradotto tutto alla lettera senza tralasciare neanche una virgola. Qualsiasi domanda abbiate in merito, la girerò personalmente a Refua.
Penso che con quest'intervista si sia raggiunta con buon successo quella pacatezza che ricercavo per parlare di quest'argomento, a voce bassa, perchè io sono l'ultimo che possa parlare obbiettivamente dei problemi del Giappone: penso che "ascoltare", invece di "strillare" delle grandi notizie copiate da internet, sia un buon punto d'inizio per la lunga ricerca della verità. Penso che una delle cose interessanti di come Refua si pone sia nel fatto che stia letteralmente in mezzo: secondo me è in grado di distaccarsi dalla sua Giapponesità comunque non rinnegandola, ed è in grado di osservare quest'aspetto della società Giapponese da una posizione centrale: fortunatamente non si è fatta prendere in maniera eccessiva dalle cattive esperienze vissute, ma le ha elaborate in positivo per costruirsi una "buona personalità", indipendente da nazionalismi ed appartenenze, pacata ma vigile allo stesso tempo.
Scusate per la lunghezza e grazie per l'attenzione. Grazie mille a Refua per aver risposto alle domande con entusiasmo e sincerità e per aver acconsentito alla loro pubblicazione. Il suo vero nome figura in quest'articolo per sua esplicita volontà.

26 commenti:

Luca da Osaka (ora in Tokyo) ha detto...

E no ma porco panda, mo te mando i miei amici de destra.
Che cacchio faiiiii!!!
Mi rubi il lavoro?!?!?!?!
Mo te meno!!!!!!
Come ti permetti io sono quello dei lati oscuri!!!! tu sei quello del blog completamente imparziale che mostra il Giappone con una visione fotografica.
Taccido.

Scherzo finito!!!
Post grandioso!!
Posso riportarlo sul mio blog? Lo linko in un mini post

Mu ha detto...

bellissimo post. Grazie, e ringrazia pure Refua per averci partecipato un pezzo della sua vita.

Anonimo ha detto...

grazie mille to wrote my topic in here!!!Nicola!!!

and grazie mille for comments!!!

grazie mu!!!:]
im happy you read this and understand part of my life in japan!!!

refua

Unknown ha detto...

Ciao Nicola, come va?
Forse ti ricordi che ti scrissi già un paio di volte!
Leggo sempre ogni volta il tuo blog, che mi fa scoprire un mondo di cose sul Giappone.
Vorrei andare via dall'Italia e il Paese del Sole levante era una delle opzioni, ma ora ho iniziato Tedesco e penso di andare proprio in Germania.
Continuerò però a leggere il tuo Blog! Grazie del tuo impegno!

Sapevo delle discriminazioni da parte dei giapponesi verso i coreani, ma pensavo che fosse una cosa oramai al limite dello scherzo come in Italia la storia dei meridionali terroni. Oggi la genete si chiama terrone per scherzzzo uno con l'altro ehehehe
È brutto leggere queste cose.
Refua è una ragazza fortissima e suo padre deve essere un uomo incredibile.
Io studio Medicina&Chirurgia e so che vita è, ma non riesco ad immaginare di essere pure discriminato e continuare una strada così difficile a volte.
Refua e suo padre devono essere delle persone fortissime.
E questo traducilo pure a lei.
Solo la mia ammirazione per tanto impegno.

Weltall ha detto...

Mi sembra che ne avevamo parlato proprio a proposito del film "Go" di queste realtà che Miike racconta nei suoi film perchè le ha vissute da vicino essendo anche lui nato in periferia di Kyoto dove risiedono molte comunità di "mezzosangue".

E Refua mi pare anche troppo buona nel definire quelle persone che discriminano o l'hanno discriminata. "poco intelligente" non rende l'idea...io avrei usato la parola con la C o quella con la S ^__*

Paolo ha detto...

Nicola,
non trovando il link "contatti", ti segnalo qui una lettura interessante per uno spunto per questa nuova rubrica:
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2008/05/09/AR2008050902544.html

Anonimo ha detto...

Grande Nico, ottimo lavoro! Hai tutta la mia stima ;)

Salvo...

nicolacassa ha detto...

>Luca> Hehe già in tempi non sospetti avevo iniziato questo progetto, e ti ringrazio ancora per aver intervistato mezza Osaka con quel questionario sul bullismo!!

Certo che puoi linkarlo nel tuo blog, ma scherzi? :)

>Mu> Refua ha letto e ha gradito il tuo ringraziamento! :) Grazie a te per il commmento! :)

>Refua> Thank you too for answering to my loong and boring answers! :)

>Xadhoomx> Grazie mille, tradurrò sicuramente a Refua il tuo messaggio, e grazie per il tuo commento!

>Cuggino> Eh me ne verrebbero tante, di brutte parole per definire quella gente, ma sentire parlare Refua e conoscere la sua solarità e gioia di vivere fa passare ogni rancore!

>Paolo> Puoi scrivermi all'indirizzo

nicolacassa@tiscali.it

Grazie per il link ci vado subito!

>Salvo> Grazie per aver letto tutto e grazie per l'aiuto che mi hai dato! Sei un grande!!!

Anonimo ha detto...

Ciao!
Ho finito da poco di vedere 東京湾景 "Tokio Wankei" il drama con Nakama Yukie proprio su questo argomento,volevo proprio approfondire questa realtà che non conoscevo..Grazie!
Approfitto per farti i complimenti per i tuoi blog!
Garitula

Donatella ha detto...

Molto interessante,non ne sapevo nulla di questa discriminazione verso i coreani.
Però so che i giapponesi ancora oggi sono abbastanza razzisti.A ben vedere sono gli ultimi che potrebbero rivendicare una qlc razza pura,dato che pure loro sono frutto di una mescolanza di genti.
Senti,siccome hai inaugurato questa nuova rubrica,ci sono ancora gli Ainu?So che ce ne sono pochissimi e che in passato sono stati oggetto di discriminazioni pesanti e maltrattamenti. Sarebbe bello leggere un'intervista ad uno di loro!:D Ma se è una cosa impossibile,non fa nulla. :)

Robe-chan ha detto...

Bel post. Interessante intervista. La vorrei riportate anche sul Newsgroup: it.cultura.orientale.giappone se permetti. Una volta ho conosciuto una famiglia Zai-nichi (il padre era anche lui un dottore) e le due figlie erano nate e cresciute in Giappone. Erano molto chiuse e scocciate delle domande che facevo sulla situazione.. Come dice Refua-san, efidentemente sono stufe di rispondere sempre per spiegare la loro situazione.

Complimenti. Sei pero' consapevole che questa parte di Blog attirera' le critiche (nella migliore delle ipotesi) di molti Tatamizzati?? ^__^
Saluti
Rob (senza numero)

Anonimo ha detto...

[Però so che i giapponesi ancora oggi sono abbastanza razzisti.A ben vedere sono gli ultimi che potrebbero rivendicare una qlc razza pura,dato che pure loro sono frutto di una mescolanza di genti.]

Questa però è un po' una generalizzazione, correggetemi poi se sbaglio, ma definire tutto il popolo razzista è un po' esagerata come cosa.Sul fatto della razza comunque le origini dei giapponesi sono ancora confuse, in ogni caso gli incroci se sono avvenuti si tratta di secoli e secoli fa, per il resto anche su quel fronte restano abbastanza omogenei.

Comunque interessante il post Nicola,conoscevo un po' l'argomento ma sentire un diretto interessato come in questo caso è sempre tutt'altra cosa.

Spero di leggere presto anche qualcosa sull'ijime, se non sbaglio avevi detto che avresti postato qualcosa.

Maruko

ViagGiappone ha detto...

Vorrei dire la mia a proposito. Tutto ciò esposto sarà sicuramente vero, ma è anche vero che negli ultimi 5 anni, i Giapponesi, in particolare le donne che si avvicinano alla terza età, sono altamente affascinate dalla cultura e soprattutto dai giovani e affascinanti cantanti/attori coreani. Mi spiace che la nostra amica non conosca il coreano, oggi avrebbe molte occasioni per insegnarlo. Sono tantissime le signore in procinto di visitare KANKOKU che vogliono imparare un pò di coreano per fare acquisti simpaticamente.

パオロ ha detto...

complimenti interessantissimo post... bellissima l'intervista e Refua esprime dei bellissimi concetti.
Leggendo il post mi è tornato in mente un fatto che è successo ieri mattina sul treno che avevo preso per andare a Roma dal mio paese. Dietro al mio sedile era seduto un tipo di colore, passano due ragazzi italiani e quando lo vedono lo apostrofano con un termine, non capisco cosa... e proseguono. Questo tipo visibilmente disturbato dall'atteggiamento di questi ragazzi, si alza li insegue e li aggredisce verbalmente chiedendo loro il perchè gli hanno detto quella cosa e che si deve finirla qui in italia con questi atteggiamenti... ecc. i ragazzi sorpresi dalla reazione del tipo gli hanno risposto che gli avevano detto solo "amico". Vabbè ne nasce un alterco e la cosa si smorza... naturalmente gli altri passeggeri che avevano assistito alla vicenda, hanno ritenuto i ragazzi maleducati..
Non avevo mai assistito ad una cosa del genere, e poi in un mezzo pubblico come un treno pieno di passeggeri era proprio fuori luogo, e di treni ne prendo tanti da molti anni, i connotati razzisti dell'apostrofazione al tipo di colore erano evidenti come anche l'esasperazione del tipo, manifestata da una reazione quasi violenta...
allora mi sono chiesto.. ma in questo paese con l'aumentare del numero di stranieri l'intolleranza degli italiani sta aumentando??
La sensazione che ho mi porta a rispondere affermativamente a questa domanda.. ma forse mi sbaglio.. o meglio spero di sbagliarmi..

nicolacassa ha detto...

>Garitula> Molto interessante, cerco di procurarmelo subito! :)

>Donatella> Grazie per aver letto l'intervista! Usi delle parole un pò dure verso i Giapponesi! Non so se si possano definire razzisti, la maggior parte delle volte quello che a noi può sembrare razzismo è semplice diffidenza verso il "nuovo" che viene dall'oltremare, così chiamano il mondo esterno alle loro isole.

Quello che la maggior parte di noi conosciamo del Giappone viene fondamentalmente dal "sentito dire" o dal letto altrove, ma mai dal "vissuto": lo scopo di questa nuova rubrica non è quello di trarre delle conclusioni, ma di sentire dalla loro voce come stiano veramente le cose.

Devo dire che Refua ha ridimensionato sensibilmente la mia idea sull'argomento, e devo dire che anche i questionari sul bullismo sui quali presto pubblicherò un resoconot lo hanno fatto. Penso che la verità stia nel mezzo.

Non so di razze, no npenso che la loro ideologia sia orientata verso la purezza della razza, loro si odiano abbastanza per come sono fatti per esempio, le donne s'ingrandiscono gli occhi per assomigliare allle occidentali, hanno un grande complesso d'inferiorità nei confronti degli occidentali e soprattutto verso gli americani. Ci sono motivazioni più complicate e profonde in tutto ciò.

Per gli Ainu, non ne so nulla, ma sarebbe interessante affrontare l'argomento. se verrò mai a contatto con questa realtà, ne parlerò: uno dei capisaldi di questo blog è quello di parlare di cose che ho realmente vissuto in Giappone!

>Rob> Ti contatto su facebook e ne parliamo ok? Grazie mille per i complimenti! Ho scritto un post sterile di opinioni personali, per avviare questa rubrica mi sono liberato delle opinioni personali per riformattarmi su quello che le persone che intervisto possono insegnarmi, quindi posso dire che questi post siano quasi inattaccabili a meno che qualcuno non voglia proprio rompere le palle gratuitamente. Spero che si possa generare un confronto sui contenuti della testimonianza di Refua, una testimonianza inattaccabile.

>Maruko> Grazie per il commento! Parlerò dell'Ijime più in là, ho già un sacco di materiale a disposizione!

>ViagGiappone> Eh si, se ne avessi parlato sarei andato fuori Topic ma hai dannatamente ragione a proposito: Shiho e la mamma passano serate intere a guardare drama Coreani, e tante donne Giapponesi sognano un uomo Coreano, per loro sono focosi e romantici, e poi "toccano" le loro partner!!! Una volta ho visto una trasmissione in cui delle donnefamose ma avanti conl'età andavano in degli alberghi a Seoul per incontrare degli affascinanti uomini Coreani, e dicevano sempre "Kakkoiiiii", il che vuol dire "che figo!", le immagini poi inquadravano i suddetti uomini in piscina etc. Insomma, si idealizza l'uomo Coreano?! Come ha detto Refua, il razzismo nei confronti degli Zainichi è sempre di più un retaggio da vecchi, anche se un problema sempre latente nella società Giapponese.

>Paolo> In Italia ci sono delle realtà di immigrazione allucinanti, come nel nord Italia, io che sono sardo per esempio questa cosa non la sento, ma una volta ho visitato Udine, e mi sembrava di essere in nord africa. C'è da dire che la TV fomenta l'odio con metodologie particolari e quasi impercettibili (un disegno forse organizzato da poteri al di sopra della nostra immaginazione...), e c'è da dire che l'ignoranza regna sovrana in questo paese.

Speriamo di non affondare più di così...

Anonimo ha detto...

Ciao,
Dovresti pescarlo senza difficoltà nei soliti torrenti..A me è piaciuto tantissimo! La cosa interessante è che è una vera e propria co-produzione, con attori sia coreani che giapponesi con anche lunghe parti in lingua coreana.
Questa è la sigla:
http://www.youtube.com/watch?v=1OjmtcKTqbo

Garitula :)

Anonimo ha detto...

Aspettiamo una intervista a qualche burakumin, questa l'ho trovata poco incisiva: la ragazza nel proporsi orgogliosa a destra e a manca pecca parecchio di studio sulle radici dei problemi fra coreani e giapponesi: in questo molto piu' giapponese di quanto vorrebbe essere.

A.

Andrea Castello ha detto...

Bella testimonianza, molto spontanea, interessante e -temo- rappresentativa: nel senso che la sua vicenda personale da l'idea di poter essere generalizzata senza perdere in verità.

Direi che alcune delle cose raccontate da Refua qui potrebbero essere copiate/incollate nel presente e (ahimè) futuro prossimo dell'Italia.

Grande Nic, spero altri post così!

Anonimo ha detto...

Bellissima e interessante intervista !!!
Bravo Nicola!!!

Alessandra

Anonimo ha detto...

Ma una foto della signorina? no?

nicolacassa ha detto...

>Garitula> Grazie per il link, sembra interessante, ma forse ho bisogno di qualcosa di più allegro al momento! :)

>A.> Ciao grandissimo, come te la passi? Lo scopo dell'intervista non era di parlare enciclopedicamente del fenomeno in sè, non ho nè la cultura nè l'intenzione di farlo: secondo me bisogna prendere quest'intervista per quello che è: una ragazza di 20 anni che ci sta dentro e dice la sua, per una volta senza attaccare nessuno. E' una testimonianza: di certo ci sono realtà più degradate, e il fenomeno è sicuramente più vasto e profondo, ma penso che comunque la testimonianza di questa ragazza sia pacatamente interessante: a me ha chiarito alcune cose, per esempio! Penso che il suo modo di vedere le cose sia più obbiettivo di quello che potrebbe avere un "normale" Giapponese, ma che rimanga comunque in quela pacatezza che voglio ricercare per parlare di questi argomenti senza "strillare".

>Andrea> Grazie, e soprattutto grazie a Refua! Penso che con quest'intervista si sia raggiunta, come dicevo prima ad A, quella pacatezza che ricercavo per parlare di quest'argomento, a voce bassa, perchè io sono l'ultimo che possa parlare obbiettivamente dei problemi del Giappone: ascoltare, invece di "strillare" delle grandi notizie copiate da internet, sia un buon punto d'inizio per la lunga ricerca della verità. Penso che una delle cose interessanti di come Refua si pone sia nel fatto che sta letteralmente in mezzo: secondo me è in grado di distaccarsi dalla sua Giapponesità comunque non rinnegandola, è in grado di osservare quest'aspetto della società Giapponese da una posizione centrale: fortunatamente non si è fatta prendere in maniera eccessiva dalle cattive esperienze vissute, ma le ha elaborate in positivo per costruirsi una "buona personalità", indipendente da nazionalismi ed appartenenze, pacata ma vigile allo stesso tempo. (questo commento mi è piaciuto, lo integro nel testo del post!)

Con lo stesso spirito ho da tempo iniziato un'indagine sul bullismo, ho sottoposto decine di Giapponesi a un questionario di 10 domande, presto pubblicherò i risultati di questa ricerca!

>Alessandra> Grazie mille Ale! :)

>Anonimo> Beh, oltre a voler preservare la privacy della ragazza e tenerla lontano da uno sciacallaggio al quale sarebbe inevitabilmente destinata, non ho mostrato il suo viso. Non era il gossip lo spirito dell'intervista :)

Anonimo ha detto...

tempo fa avevo letto il blog di un giornalista spagnolo,sposato con jap-
in un post parlava appunto della discriminazione che subiscono i figli(anche i suoi) dei misti ,gia dalle scuole elementari.

andrea

nicolacassa ha detto...

>Andrea> Non faccio fatica a crederci: questo, come tanti altri aspetti della società Giapponese mi fanno ancora esitare a trasferirmi in Giappone...

daniele ha detto...

Ottimo lavoro, molto interessante. La mia prima impressione contrasta con la tesi del post. Senza alcuno spirito polemico: mi pare che nel caso specifico di Refua, per quanto emerge dall'intervista, l'essere in parte discendente di coreani non le abbia creato grandi problemi. Sostanzialmente si riducono a qualche noia con il proprio nome (può capitare in tutto il mondo con un nome insolito), e al fatto che suo padre *avrebbe potuto* non avere il benestare dei suoceri. Riconosco che sia grave la discriminazione sul lavoro (subita sia da lei stessa che da suo padre) ma mi sembra che tutto sommato si sia risolta bene.
Trovo comunque giusto continuare a parlare di problemi di questo tipo per combattere ogni forma di preconcetto. Ciao e grazie.

nicolacassa ha detto...

>Daniele> La tesi del post è che non c'è una tesi, ho scritto che conoscendo di questi argomenti solo per "sentito dire" non posso esprimermi a riguardo, e così riporto le testimonianze delle persone interessate realmente da questi avvenimenti. La cosa illuminante di questa intervista è che Refua affievolisce la mia cattiva impressione a riguardo, rendendo se vogliamo il problema meno grave di quanto pensassi, nonostante il razzismo nei confronti dei coreani sia comunque un problema reale e particolarmente sentito. Proprio per questo penso sia estremanente interessante leggere questa intervista! Grazie per il commento!

Unknown ha detto...

L'abito tradizionale coreano si chiama hanbok. Chiamarlo kimono non è corretto.

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